C’è chi, restando fuori dalle normali discussioni politiche, si impegna perché il decreto di legge sullo ius soli venga approvato dal Parlamento il prima possibile. Non si tratta di un personaggio pubblico, nemmeno di un partito politico, ma dell’Unicef. Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, appartenente alle Nazioni Unite, è dalla parte dei bambini che – nascendo in suolo italiano – potrebbero avere diritti alla cittadinanza. Secondo Paolo Rozera, direttore dell’Unicef, la riforma non può essere tradita soltanto perché un governo rischia di cadere con una legge così.
Si tratta di un progetto troppo importante per legarlo alla classe Politica. “Si tratterebbe di un distacco tra la realtà vera e la realtà politica”, ha detto a Repubblica Rozera.
Il direttore ha firmato un appello a favore della nuova cittadinanza insieme ad altre organizzazioni come Save the Children e Rete G2. Insiste che c’è molta disinformazione su cosa prevede il decreto perché “chiamarlo l’invasione di nuovi italiani è un abbaglio”. La legge è molto moderata e non introduce lo Ius soli puro ma con diverse condizioni. Il bambino, prima di diventare italiano, deve avere completato il ciclo scolastico di cinque anni e i suoi genitori devono essere stabilmente residenti in italia.