Il Tribunale Permanente dei Popoli, ha aperto a Palermo, alla presenza del Sindaco LeonLuca Orlando, i propri lavori. La giuria è composta da personalità internazionali, di provato e riconosciuto prestigio. Ne fanno parte: Fabio Ippolito, magistrato italiano, Presidente; Philippe Texier, magistrato francese, vice presidente; Donatella Di Cesare, italiana, psicologa, docente; Carlos Beristain , medico e psicologo spagnolo, esperto di diritti umani; Luciana Castellini, italiana, politica, giornalista e scrittrice; Francesco Scartone, esperto in relazioni internazionali, pacifismo e diritto umano; Luis Moita, portoghese professore di teoria delle relazioni internazionali Università Autonoma di Lisbona.

I loro lavori si fondano sulla Dichiarazione universale dei diritti dei popoli di Algeri del 1976. Morti in mare, torture, respingimenti, detenzioni illegali, sono oggetto di trattazione particolareggiata. In particolare il tribunale Permanente dei Popoli è chiamato a emettere una sentenza finale che stabilisca se le politiche adottate dall’Unione Europea e dai suoi Stati Membri, in primo piano l’Italia, violino il diritto delle persone migranti.

Vivere senza diritti

Tribunale Permanente dei popoli, nato nel 1979, è un organismo d’opinione; agisce per nome e per conto di tutti gli esseri umani che sono vittime di violazione dei diritti fondamentali, marginalizzati dalla legge internazionale. Ben 44 sono le sessioni nelle quali ha affrettato casi diversi di lesioni dei diritti dei popoli.

La prossima sessione del Tribunale Permanente dei Popoli aprirà i propri lavori a Parigi nel gennaio del 2018. Il Tribunale internazionale della società civile interviene quando vengono violati e vilipesi i diritti dei popoli senza che si riesca a ottenere giustizia.La sessione di Palermo ha incentrato le proprie indagini sugli abusi e le violenze sui migranti, divenuto, ormai, un popolo globale, sempre di più in crescita.

Non è possibile, secondo i membri del Tribunale, chiudere gli occhi, far finta di niente e girarsi da un’altra parte perché invisibili. La sentenza è attesa per oggi,20 dicembre 2017. Il Tribunale Permanente dei Popoli non emette sentenze che portano a condanne detentive, non è un organo giudiziario, propone una lettura e interpretazione del diritto dalla parte delle vittime.

Grave atto d’accusa

Sotto accusa l’unione europea e l’Italia per gli accordi messi in campo per fermare i migranti a ogni costo. Giudizio profondamente negativo nei confronti dell’operato dell’Italia e del suo Governo La richiesta di celebrare questo processo in Sicilia e in particolare a Palermo è stata formulata e accolta a Barcellona, la scorsa estate, da tutti i presenti. Coinvolti centinaia di associazioni a livello europeo che hanno raccolto testimonianze dirette e una massa enorme di documenti da sottoporre ai giudici. Perché Transnotional Institute di Amsterdan, Trasnational Migrant Plattorm-Europe e una vasta rete di associazioni non governative hanno scelto la Sicilia? Perché è diventata un luogo simbolo dell’accoglienza dei migranti.

La Sicilia sta facendo la sua parte, ma non basta, è necessario che il resto del Paese e tutte le nazioni europee facciano la loro. Bisogna superare con il dialogo, ma anche con il necessario decisionismo gli egoismi localistici e ideologici, gli infiniti veti e ostacoli con i quali gli interessi di pochi prevalgono su quelli della stragrande maggioranza dei popoli migranti e impediscono la concretizzazione della vera accoglienza con i necessari aiuti. Di fronte alla morte e alle ingiustizie che ledono la dignità umana non ci sono, secondo quanto affermato dai membri della giuria, giustificazioni di natura diversa che tengano. Le sentenze del Tribunale dei Popoli sono dei veri e propri trattati giuridici, nei quali si evidenziano le notevoli carenze e i condizionamenti del sistema istituzionale di difesa dei diritti umani.