L’europrogettazione sta diventando, negli ultimi tempi, un ambito a cui giovani e meno giovani si affacciano con curiosità, grazie alla variegata richiesta di qualità e competenze. Ma non è un gioco. L’europrogettazione è una cosa seria che non è frutto di improvvisazione. Per questo, ASSOEURO, Associazione Italiana Europrogettisti, tutela e valorizza tale figura professionale.
Dottor Bartolelli, l’europrogettista non rientra ancora in un quadro professionale chiaro e definito, ma grazie al lavoro di associazioni come la vostra, la riflessione continua. In che direzione si sta andando?
L’europrogettista rientra nelle cosiddette professioni senza “Ordine Professionale” regolate in Italia dalla legge 4/2013.
Tale legge, inserendosi in un contesto di libero mercato indirizza i professionisti a costituirsi in Associazioni che aiutino il committente ad orientarsi nella scelta del professionista. Tre sono i concetti fondamentali su cui si basa tale legge - che ha segnato un importante spartiacque nel mondo delle professioni. Il primo è l’autodeterminazione: i soci condividono i principi, le linee guida, e la deontologia di come ritengono vada svolta la propria professione e si impegnano a seguire tali modalità. Non meno importante la trasparenza: le associazioni sono tenute a rendere pubblico quanto sopra e ad essere a disposizione dell’utenza sia per qualunque informazione sulla professione sia per dare un supporto attivo alla risoluzione concordata delle eventuali controversie tra un utente ed un socio.
Infine, l’aggiornamento professionale, attività fondamentale per l’europrogettista che deve essere sempre aggiornato sulle novità provenienti dall’Unione europea. Questo è lo strumento legislativo italiano che consente agli europrogettisti di stare sul mercato e far valere la propria professionalità anche in assenza di un albo professionale.
ASSOEURO, ha avviato una serie di interlocuzioni sia con altri professionisti a livello europeo sia con le stesse Istituzioni dell’Unione per rendere sempre più trasparente ed efficiente tale settore.
Diventare europrogettisti è sempre più di moda. Ma basta frequentare un corso per potersi definire tali?
Il grande cambiamento che sta subendo il mondo del lavoro nell’attuale quarta rivoluzione industriale, porta con sé la nascita di molte nuove professioni e/o il ripensamento di come interpretare quelle tradizionali.
Tra queste c’è senz’altro quella dell’europrogettista, in quanto sempre più rilevanti sono le risorse economiche provenienti dall’Unione europea che bisogna saper intercettare con adeguata professionalità. Per questo motivo si assiste ad un fiorire di corsi erogati da una moltitudine di enti, alcuni dei quali danno una buona impostazione metodologica mentre altri si perdono in tecnicismi che fanno perdere il vero senso di come si crea “logicamente” un progetto europeo. In ogni caso un corso, per quanto ben strutturato, può solo dare un inquadramento generale; fintanto che non si inizia a progettare all’interno di veri gruppi di lavoro, e a fianco di europrogettisti esperti non si riesce ad acquisire il know-how necessario, e ad acquisire la giusta professionalità.
Un europrogettista professionista possiede infatti una preparazione trasversale (sociale, economica, giuridica, linguistica) ed anche buone capacità relazionali (con i partner europei, con le istituzioni, con i gruppi di lavoro, con i clienti).
Quali novità ci sono per il prossimo anno rispetto alle opportunità offerte agli europrogettisti, dal punto di vista dei programmi europei?
L’Unione europea nel suo percorso di definizione degli obiettivi generali e dei diversi programmi perfeziona di anno in anno ogni singolo aspetto delle proprie modalità operative, di strutturazione, di controllo, di verifica con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente ed efficace il proprio ruolo, ed è pertanto sempre pronta ad accogliere ogni suggerimento in un’ottica di collaborazione e di trasparenza.
A puro titolo di esempio nella linea “Sme instruments” - inserita all’interno di Horizon 2020 - è stata da poco prevista la possibilità, per l’impresa che con il proprio progetto ha raggiunto un certo punteggio, di poter interloquire di persona con l’Unione europea per illustrare al meglio i propri punti di forza e rispondere su eventuali criticità riscontrate dai valutatori. Va chiarito che tale presentazione “de visu” va svolta dal responsabile dell’impresa e non dal consulente europrogettista, tuttavia è evidente che l’europrogettista avrà un ruolo molto importante nel preparare tale incontro nel migliore dei modi.
Tra pochi giorni, il 22 novembre, parteciperete al Salone dell’Orientamento di Reggio Calabria con un seminario informativo sulla figura dell’europrogettista.
Perché è importante per voi partecipare a questo tipo di eventi?
L’incontro a Reggio Calabria presso il Consiglio Regionale, rientra nelle attività istituzionali di ASSOEURO e si svilupperà su due momenti distinti. Il primo con gli studenti, in cui si illustreranno le opportunità della professione e quali percorsi formativi è preferibile intraprendere, ma si porrà anche l’accento sulle criticità della stessa e sul rischio di sfruttamento per un giovane non ben indirizzato. Il secondo con le istituzioni e le realtà economiche e professionali della Calabria per approfondire l’attività dell’europrogettista. ASSOEURO interloquisce con diversi attori economico-professionali del Sistema Italia per sviluppare la cultura del corretto approccio ai progetti europei nella certezza che il beneficio sarà collettivo, aumentando la competitività nell’ottenimento dei fondi. La stessa Unione europea sarà tanto più efficiente quanto più efficienti saranno i singoli attori del sistema.