La decisione di acquistare titoli pubblici da parte della Bce, secondo quanto ha annunciato il presidente Mario Draghi in una conferenza stampa, determinerà una serie di vantaggi che riguarderanno tutti. Ma quali sono in dettaglio questi vantaggi che dovrebbero essere la conseguenza di questa decisione fruttuosa per i Paesi dell'Unione Europea? Il programma del quantitative easing (allentamento quantitativo) non è altro che un incremento di moneta in circolazione attraverso l'acquisto di titoli di Stato e altre obbligazioni. La Banca centrale europea diventa con questa operazione uno strumento di rilancio dell'economia attivo, con un acquisto di titoli pari a 60 miliardi di euro ogni mese da marzo.
La manovra per prima cosa di certo andrà come al solito a vantaggio delle banche, che avranno più disponibilità da destinare al finanziamento di imprese e famiglie, con nuovi investimenti, non solo potranno procedere ad una rivalutazione dei beni prima fra tutti gli immobili. La riduzione dei tassi di prestiti e mutui dovrebbe andare a tutto vantaggio di coloro che li richiedono, anche se il passato insegna che non garantisce nulla (quindi non si sa se si può contare davvero su questo aspetto positivo previsto).
L'incidenza positiva dell'acquisto dei titoli di Stato riguarderà soprattutto il contrasto alla deflazione e alla conseguenziale crisi dei consumi, vantaggiosa per l'economia che dovrebbe ridurre il tasso di disoccupazione e aumentare i salari.
I conti pubblici non avrebbero più bisogno di aumenti di tasse fiscali e gli effetti positivi ridurrebbero l'aumento del costo dei beni di prima necessità. Con l'aumento dei prezzi, con il ritorno dell'inflazione dell'Eurozona al 2%, le famiglie italiane vedranno garantiti non solo il credito, i mutui e i prestiti ad un costo più basso ma tornando a spendere porteranno alla ripresa dell'economia.
Anche il valore delle case sarebbe più alto con conseguenziale investimento sul mattone ormai fermo da anni e i piccoli risparmiatori, con la riduzione dei tassi e la preferenza per i titoli pubblici, guadagneranno dell'aumento delle quotazioni azionarie su cui confluirà una fetta di liquidità creata dalla Bce. Le imprese italiane si pensa godrebbero dei vantaggi dell'inversione di tendenza dei tagli agli investimenti e all'occupazione dovuti alla riduzione di consumi e della produzione.
Un trend di crescita positivo per l'Europa che accrescerà la domanda di beni e le esportazioni, che guadagneranno dall'indebolimento del cambio dell'euro.
Inoltre l'Italia grazie alla strategia della Bce risparmierà vari miliardi di euro sul costo del debito pubblico, fenomeno già verificatosi l'anno passato con una riduzione dell'1,4% di costo medio degli interessi. Una novità che potrebbero rivelarsi una mossa strategica per il Paese, ma il risultato finale non è garantito, potrebbe rivelarsi anche una catastrofe, che farebbe crescere, se andasse male, il debito pubblico ulteriormente. Molto dipenderà dal buon uso che si farà di questa immissione nell'economia di nuovo denaro e da tanti fattori che sono un rischio.