Finalmente il dado è tratto. La decisione di immettere sul mercato una somma pari non più a cinquanta miliardi come si diceva sino a ieri ma addirittura 60 miliardi al mese è stata presa. Dal mese di marzo, sino a settembre 2016, la BCE provvederà a comprare titoli sulla base della quota dei vari Paesi. E' da notare che la BCE non comprerà solo titoli di Stato, ma anche abs e covered bond. Altro aspetto da considerare è il criterio con cui tali titoli verranno acquistati. Che parte di rischio si assumerà la BCE ? Ebbene solo il 20% del rischio sarà a carico della BCE, il resto, ovvero l'80% rimarrà a carico delle Banche Centrali.

Ma c'è di più, due sono le condizioni a cui la BCE si attiene nella campagna di acquisti: intanto i titoli verranno acquistati nella percentuale del 33% del debito di ciascun emittente ed il quantitativo acquistato sarà pari al 25% di ciascuna emissione. Ogni Stato quindi vedrà acquistati i propri titoli in queste percentuali, dunque una partenza paritaria, per uno scopo importante, arrestare la deflazione e promuovere al contrario, con tale misura l'inflazione. Il programma deve coprire l'intero 2015 a partire da marzo e giungere sino a settembre 2016 , fino a che l'inflazione non si attesterà sotto e vicino al 2%.

Un tale provvedimento permetterà alle banche di vedere aumentata la liquidità e tale fatto potrà permettere loro di aprire le porte al credito sia delle famiglie che delle imprese.

Altro aspetto da considerare nella campagna acquisti è che i titoli da acquistare, sempre in una visione di ampio respiro, non saranno solo quelli a breve termine, ma anche quelli a medio e a lungo termine ( ovvero dai due ai 30 anni).Nell'incontro non ci sono state resistenze e una 'larga maggioranza' ha provveduto a dare il suo benestare.

Tutto ciò non dovrà essere uno strumento a se stante, o un alibi per non intervenire, per l'Italia soprattutto si dovrà procedere comunque ad attuare le riforme strutturali, perchè altrimenti l'obiettivo fondamentale, incentivare gli investimenti, non verrà a pieno perseguito.

Lo strumento del Quantitative Easing,' alleggerimento quantitativo', o anche 'facilitazione quantitativa' è già stato adottato dal Giappone con 91mila miliardi di Yen sempre per contrastare la deflazione, e dalla Federal Reserve. Ma quello che è stato ribadito è la necessità di provvedere celermente alle riforme strutturali, per godere al meglio dei benefici di tale strumento di politica monetaria.