Il Jobs Act – espressione molto diffusa oltre confine, specie inAmerica dove viene utilizzato per prima – è l'acronimo di Jumpstart OurBusiness Startups Act, e significaletteralmente "far partire il business delle nostre startup". Le Startup,aziende di cui si sente spesso parlare anche nel Bel Paese, sono quelleattività imprenditoriali appena lanciate, in fase di avvio, soprattutto secostituite da giovani under 35, che le recenti leggi stanno incentivando attraversovarie forme di agevolazione (ad esempio forma giuridica più vantaggiosa aigiovani under 35: si pensi alla costituzione di una s.r.l.s – ovvero società aresponsabilità limitata semplificata – ma anche mediante l'erogazione diprestiti agevolati ed in parte a fondo perduto).

Dunque, il Jobs Act americano è una legge destinata a favorire ilfinanziamento delle piccole e medie imprese americane semplificando regolamentie procedure di apertura.

In Italia, invece, qual è la proposta attuale? Il segretario del PD, Matteo Renzi ha proposto un nuovocodice del lavoro, utilizzando proprio l'espressione "Jobs Act", da realizzareentro 8 mesi e che sia più semplificato – vale a dire riduzione del numero deicontratti di lavoro – affinché risulti più comprensibile all'estero, inprospettiva di investimenti di aziende estere in Italia.

Matteo Renzi sostiene che il Jobs Act possa costituire uno strumentonuovo, indispensabile per ripartire, e far ripartire il mercato del lavoro.

Se l'obiettivo è l'incentivazione del lavoro attraverso la creazione di nuovi posti, ilsistema deve essere semplificato –sostiene sempre Renzi – e lo si può fare incentivando la possibilità di investireper gli imprenditori italiani ed attraendo altresì gli investimenti stranieri, considerandoche secondo le stime della Banca Mondiale il nostro Paese è al 73° posto percapacità di fare impresa (addirittura dopo la Romania).

Quanto a competitivitàsiamo invece al 42° posto (venendo dopo la Polonia).

Il sistema deve quindi essere rivisto, riducendoalmeno del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le PMI (piccole e medieimprese); abbassando di conseguenza anche il costo delle tasse: più alte perchi opera nel settore finanziario, riduzione e sostegno per chi investe.

Va rivista anche l'agenda digitale, prevedendo fatturazioni e pagamenti elettronicied investendo maggiormente sulla rete. Le P.A. (pubbliche amministrazioni)avranno l'obbligo di pubblicare online tutte le entrate e le uscite in virtùdel principio di trasparenza.

Il piano lavoristico del Jobs Act dovrà inoltrecontenere una suddivisione di 7 settori (turismo, made in Italy, ICT, greeneconomy, Welfare, Edilizia e manifatturiero) con un preciso piano industriale.

Infine, oltre allaprevisione di un nuovo codice del lavoro semplificato dal punto di vistanormativo e con meno forme contrattuali, Renzi punta ad istituire un assegno universale da destinare achiunque perda il posto di lavoro, indipendentemente dal tipo di contratto (siprecisa che ad oggi ne hanno diritto solo chi ha un contratto di lavoro a tempodeterminato o indeterminato, o chi matura un certo numero di contributi agricoli,mentre è escluso per chi collabora a progetto, gli stage ecc.), obbligando inaggiunta alla formazione professionale e a non poter rifiutare le proposte dilavoro successive alla perdita del precedente e questo per evitare l'abusodello strumento delle politiche passive (indennità di disoccupazione).