Dalle anticipazioni fornite su "Il Tempo" circa le indicazioni, in materia di spending review, prodotte dal tecnico di turno, si ha la conferma di come i perversi comportamenti dei nostri politici ormai siano divenuti sempre più facilmente prevedibili.

Come avevo avuto modo di ipotizzare sin dallo scorso dicembre (cfr l'articolo Pensioni, nuovo allarme per le donne ), per fare nuova cassa, sempre sulle spalle di una generazione già spremuta a più riprese, si è puntualmente riproposto uno schema collaudato con la famigerata riforma Fornero: per bocca di un tecnico (stavolta è Cottarelli) si chiama in causa l'UE per giustificare un intervento che, così come indicato, sarà invece interamente da addebitare alla responsabilità (o irresponsabilità) del governo Renzi.

Nella sua presentazione (composta da oltre 50 slides) se ne trova una, intitolata "dettaglio delle misure in area Pensioni", in cui Cottarelli commette quanto meno un'imprecisione (chiamiamola così, per non dire un falso, salvando la sua buona fede fino a prova contraria...), laddove afferma - al punto III - come l'allineamento della contribuzione fra uomini è donne da 41 a 42 anni sia una "richiesta dell'UE".

L'Europa, però, non ha chiesto di alzare alle donne l'età per l'accesso alla pensione anticipata; si è solo limitata a chiedere di eliminare una palese discriminazione di genere, esistente nella nostra previdenza pubblica, visto che agli uomini l'Italia richiede un anno di contributi in più per quella stessa prestazione.

E' di Cottarelli, quindi, l'idea di suggerire al Governo di cogliere l'occasione per penalizzare ulteriormente le donne e, checchè ne dica il Presidente del Consiglio nelle successive conferenze di rito, appare poco credibile che il testo ed i contenuti della presentazione non siano stati prima "bollinati" dallo stesso Matteo Renzi.

La risposta alla procedura di infrazione dell'UE, infatti, ben poteva prevedere un abbassamento del limite degli uomini, con ciò mitigando gli effetti deleteri di una riforma fatta di corsa (come ammesso dalla stessa ex ministra), che tanti danni ha provocato e continuerà a provocare per i prossimi anni su decine di migliaia di lavoratori e loro famiglie.

Se, poi, si fosse ritenuto indispensabile preservare gli effetti della prima "fase" della Legge Fornero (che, sui ritorni economici, era proiettata al 2018) ben si sarebbe potuto applicare, almeno stavolta, un criterio di progressività: subito tutti a 41 anni e 6 mesi e, poi, incrementando per tutti quel requisito di 4 mesi ogni anno, in 4 anni si sarebbe ritornati al regime Fornero. Troppo difficile o meno comodo?

La lettura della presentazione, però, evidenzia un'altra "imprecisione" che lascia spazio ad equivoci: si parla, infatti, di allineamento di uomini e donne a 42 anni di contributi. Ma se già oggi gli uomini "viaggiano", per il 2015, sui 42 anni e 6 mesi, quando Cottarelli parla di 42 anni vuole dire che per loro si prevede un "taglio" di 6 mesi, con conseguente anticipazione del limite attuale ?

Certo, una slide è una slide e per capirne di più bisognerà attendere il testo definitivo della legge.

Nel frattempo, sono facilmente ipotizzabili "azioni" nella fila delle tante lavoratrici (...e dei tanti lavoratori) potenzialmente oggetto dell'intervento, anche perchè Renzi ha dichiarato che sarà la politica a decidere.

In proposito un fatto è certo: i tempi della procedura di infrazione 4199.2013 stanno inesorabilmente scorrendo ed una risposta alla UE deve essere data, ad evitare sanzioni economiche (...e tanti possibili ricorsi alla Corte di Giustizia europea che risultano già allo studio da parte di singoli uomini e di alcuni gruppi organizzati presenti anche su Facebook).

Auguri a tutti .....anche ai partiti che dovranno rendere conto agli elettori della rispettiva posizione sul tema: le elezioni europee sono vicine....