Riforma Pensioni 2014 a 62 anni e 35 di anzianità contributiva oggetto di una proposta del Partito democratico che viene rilanciata dal Presidente della commissione lavoro, Cesare Damiano.

Riforma pensioni 2014: le scelte del governo Renzi

Sulla riforma pensioni 2014, il nuovo governo guidato dall'ex sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non si è molto sbilanciato ma il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti ha annunciato nei giorni scorsi l'intendo di dare una soluzione strutturale ad una questione molto importante che riguarda il tema di riforma pensioni, ossia quella sugli esodati.

Riforma pensioni 2014: la proposta del PD

Dal tema degli esodati, l'attenzione si sposta ai requisiti di accesso alla pensione. Nella scorsa e nell'attuale legislatura, il Partito democratico ha proposto un provvedimento di legge, un ddl per la precisione, che prevede un criterio flessibile e graduale per l'uscita dal mondo del lavoro per andare in pensione. In particolare la proposta di riforma pensioni targata PD consente di accedere alla pensione a 62 anni, con 35 anni di contributi. La penalizzazione prevista sarebbe un taglio dell'assegno Inps dell'8 per cento.

La proposta PD è stata rilanciata dal Presidente della commissione lavoro, Cesare Damiano che, dal suo sito istituzionale afferma di voler sottoporre alla valutazione dell'esecutivo tale proposta, al fine di dare quella tanto attesa soluzione strutturale, così l'ha chiamata il ministro Poletti, a tutti quei lavoratori rimasti senza reddito per l'entrata in vigore della riforma pensioni Fornero e permettere anche la staffetta generazionale.

Una riforma pensioni 2014 che prevede l'accesso alla pensione a 62 ani con 35 di contributi Inps e un taglio dell'8 per cento dell'assegno mensile che piace anche alla Germania e, secondo Damiano, l'Italia dovrebbe imitarla.