Le recenti dichiarazioni del sottosegretario del Miur, Roberto Reggi, in merito alla prossima riforma della Scuola stanno provocando dure reazioni da parte delle varie categorie del personale scolastico. Nonostante, l'esponente del partito democratico abbia smentito l'aumento dell'orario di lavoro per gli insegnanti fino a 36 ore, le parole di Reggi sono da considerare come una richiesta, neppur troppo velata,  di maggior impegno e maggiori sacrifici da parte dei docenti.

L'aumento delle ore di lavoro ci sarà, anche se non si arriverà al ventilato e clamoroso 'raddoppio': lo si comprende soprattutto dalla proposta di copertura delle supplenze brevi da parte del personale dello stesso Istituto, proposta che, tra l'altro, sta scatenando la rabbia dei precari.



Miur, scuola, i precari si ribellano alla riforma Giannini

Gli insegnanti di terza fascia si professano indignati dalle dichiarazioni dell'onorevole Reggi: l'ampliamento dell'orario di lavoro degli insegnanti di ruolo provocherà un danno notevolissimo ai precari, i quali vedranno sfumare la possibilità di svolgere delle preziosissime ore lavorative.
I precari confessano tutta la loro delusione per le vane promesse enunciate negli ultimi anni dai vari Governi che si sono succeduti: si è parlato di stabilizzazione del lavoro precario, ma i precari non possono che esprimere tutto il loro sdegno per questa proposta di riforma che intende regalare ulteriori privilegi al corpo docente di ruolo.


Miur, scuola, i precari: 'Non cancellate le graduatorie, meno privilegi al Tfa'

Il rammarico dei precari è dovuto anche al fatto che non sia stata presa in considerazione la difficile condizione vissuta in questi ultimi anni, più che mai caratterizzati dai tagli alla scuola: gli insegnanti di terza fascia denunciano, infatti, i continui ritardi nell'emissione degli stipendi oltre al fatto di non aver visto alcuna retribuzione per le ferie non godute. 


La nuova proposta del Miur, inoltre, condurrebbe alla cancellazione delle graduatorie di istituto, mandando 'a spasso' quasi mezzo milioni di aspiranti docenti; non mancano neppure le critiche al percorso abilitante TFA, giudicato come un sistema d'elite che finisce per concedere maggiori privilegi rispetto a chi, invece, ha avuto modo di compiere il proprio tirocinio, magari per anni, direttamente in classe. 
I precari prevedono di organizzare al più presto delle manifestazioni che, oltre a denunciare la propria rabbia, hanno l'obiettivo di ottenere risposte convincenti dal Miur, in merito alla loro difficile situazione.