Prosegue senza sosta il dibattito relativo alle pensioni 2014: i ministri Poletti e Padoan hanno più volte sottolineato che il sistema previdenziale verrà completamente revisionato a margine della Legge di Stabilità, con pensione anticipata e flessibilità elette a direttrici cardine del processo di riforma. Numerose le ipotesi sul tavolo del governo: l’istituzione di Quota 100, l’introduzione dell’APA, la fissazione della pensione anticipata a partire dai 62 anni d’età ma ogni scenario potrebbe cambiare radicalmente qualora la Consulta dovesse protendere per l’incostituzionalità della Legge Fornero.

Lo scorso luglio la Corte dei Conti ligure ha infatti sollevato il dubbio di incostituzionalità sulla riforma dell’ex ministro, e qualora la Consulta dovesse optare per la non aderenza alla nostra Costituzione il dibattito connesso alle Pensioni 2014 muterebbe profondamente. Di fatto, ogni intervento previdenziale resosi necessario in questi due anni, ogni provvedimento di salvaguardia ed ogni vertenza sorta è figlia della Legge Fornero, ecco che una sua eventuale abolizione rimetterebbe in discussione tutto a cominciare dalla fissazione dell’età pensionabile. Sempre in tema di pensioni 2014 risulta poi interessante un prospetto pubblicato dall’INPS dal quale si evince come cresca di continuo il numero di individui che preferiscono accettare assegni previdenziali più bassi pur di accedere al pensionamento.



Pensioni 2014, pensione anticipata e flessibilità: abrogazione Legge Fornero modificherebbe ogni ragionamento

Come accennato in apertura, il fronte pensioni 2014 appare più caldo che mai: il governo lavorerà in particolare nel tentativo di flessibilizzare l’uscita dal lavoro prevedendo nuove forme di pensione anticipata, meno rigide e invasive rispetto al passato. L’obiettivo è quello di offrire un appiglio alla schiera di lavoratori rimasta vittima della Legge Fornero, che dal giorno della sua istituzione ha reso necessario lo stanziamento di oltre 11 miliardi di euro per finanziare provvedimenti di salvaguardia di questa o quella categoria lavorativa. Ecco che una sua eventuale abolizione contribuirebbe a rimescolare le carte in tavola: la scomparsa in particolare dell’art. 24, quello che statuisce la fissazione dell’età pensionabile a quota 67 anni, produrrebbe nuovi scenari, ma a testimonianza di come le cose potrebbero davvero cambiare è bene dare uno sguardo ai dati recentemente pubblicati dall’INPS.

Pensioni 2014, pensione anticipata e flessibilità: dati INPS inequivocabili

I dati diffusi dall’INPS a proposito delle pensioni 2014 e dell’utilizzo dell’opzione contributivo donne fotografano un atteggiamento profondamente mutato dall’entrata in vigore della Legge Fornero: istituita nel 2004, l’opzione contributivo non ha avuto grande riscontro sino proprio a due anni fa, quando l’innalzamento dell’età pensionabile e il terrore infuso in varie categorie lavorative ha indotto numerose lavoratrici a sfruttarne il meccanismo (tale opzione consente alle donne di uscire dall’impiego con 57 o 58 anni d’età più 35 di contributi a fronte però di assegni decurtati anche del 30% rispetto al metodo retributivo). Il fatto che la gran parte delle donne lavoratrici di questo paese abbia scelto di guadagnare di meno pur di accedere al pensionamento offre uno spaccato esauriente di come, dal punto di vista previdenziale, il paese sia cambiato profondamente dopo l’entrata in vigore della Legge Fornero: Monti ha recentemente difeso la riforma - ‘Questa legge non solo ha salvato la finanza pubblica ma ha anche creato spazi per la crescita’ - ma non ha ancora spiegato il 'significato economico’ di una legge che dalla sua ratifica ha costretto i successivi esecutivi a spendere 11 miliardi di euro per salvaguardare le categorie falcidiate dal provvedimento. Anche Voi ritenete che un’eventuale abolizione della Legge Fornero modificherebbe ogni scenario? Fateci sapere cosa ne pensate commentando l’articolo qui sotto!