Il dibattito previdenziale si fa sempre più acceso, ma nonostante il clima rovente che si respira dalle parti di Palazzo Chigi il caso pensioni lavoratori precoci continua ad essere interessato solo indirettamente da nuove proposte o ipotesi: è ormai chiaro che il governo lavorerà nel tentativo di rendere l’istituto della pensione anticipata INPS più flessibile e meno rigido, ma non è ancora altrettanto chiaro come intenda perseguire tale obiettivo. L’ipotesi più concreta resta quella paventata dal Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che vorrebbe per tutti una pensione anticipata INPS a partire da 62 anni o allo scoccare dei 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Nonostante lo stesso ente previdenziale stimi in oltre 40 miliardi di euro il peso economico di una simile manovra sta costantemente aumentando il fronte dei si: si concorda in particolare sul fatto che si debbano perseguire meccanismi previdenziali più flessibili e meno rigidi, con il sottosegretario all'economia Baretta e il segretario della Cisl ad essersi recentemente dichiarati favorevoli all’ipotesi Damiano pur con qualche aggiustamento teso a diminuire il peso economico della manovra. Complice la riforma Fornero, una pensione anticipata INPS più flessibile rappresenta ad oggi una delle poche vie perseguendo le quali risulta possibile risolvere il caso Pensioni lavoratori precoci.