Prosegue incessantemente il dibattito in tema di pensioni 2014 per precoci e lavoratori impegnati in attività usuranti: nei giorni scorsi il segretario della CGIL Angelo Chiari aveva richiesto l’istituzione della Quota 96 anche per queste due categorie di lavoratori, ma le ultime vicende complicano e non poco il quadro previdenziale: su tutte citiamo la manovra del ministro Madia che ha riformato il decreto PA eliminando gli emendamenti relativi ai Quota 96 e alla cancellazione delle penalizzazioni per chi accede al pensionamento raggiunti i 62 anni.

Il naufragio della proposta attinente gli esodati della Scuola rischia dunque di far cadere una delle più importanti ‘prese ideologiche’ poste a sostegno dell’estensione della norma anche a precoci e lavoratori impiegati in attività usuranti, il tutto in un contesto già aggravato dalla seconda norma cancellata dal ministro Madia. La cancellazione delle penalizzazioni per chi abbandona l’impiego a quota 62 anni rappresentava di fatto un’ottima notizia per precoci ed usuranti: lo stesso presidente Damiano aveva salutato la cosa con grande entusiasmo, ma adesso bisogna ripartire da zero. Il prepensionamento a questo punto appare l’unica via percorribile.

Pensioni 2014 precoci e usuranti, prepensionamento e uscita a 62 anni: CGIL vuole la Quota 96 ma il quadro si complica



Come accennato in apertura, la scorsa settimana il segretario provinciale della CGIL Angelo Chiari aveva richiesto l’applicazione della Quota 96 anche al caso Pensioni 2014 precoci e usuranti: ‘Equipariamo questi lavoratori ai Quota 96. Sarebbe importantissimo soprattutto per chi è impiegato in attività usuranti’. A distanza di sole 72 ore da queste dichiarazioni il quadro sembra però completamente mutato: l’emendamento che attribuiva il diritto al pensionamento per i Quota 96 è infatti caduto e con esso – forse – le residue speranze per gli esodati della Scuola di abbandonare l’impiego a partire dal mese di settembre. Una delle più importanti prese ideologiche sulla quale costruire l’accesso a Quota 96 per precoci e usuranti è dunque caduta, con la conseguenza che quella attinente al prepensionamento torna ad essere la sola ipotesi percorribile per affrontare il caso pensioni 2014 precoci e usuranti. Proprio su prepensionamento e previdenza si è concentrato quest’oggi il ministro Poletti: dopo una lunga assenza dal dibattito, il Responsabile del Welfare ha ribadito come il governo stia lavorando con l’intento di costruire una sorta di ponte pensionistico appannaggio degli individui giunti ad una certa età che siano rimasti senza un impiego. La misura potrebbe rivelarsi utile anche per il caso pensioni 2014 precoci e usuranti ma sarebbe necessaria un estensione anche ai lavoratori che risultino ancora in attività. Sullo sfondo del dibattito rimane poi l’ipotesi Damiano.

Pensioni 2014 precoci e usuranti, ipotesi Damiano sempre in piedi ma serve un compromesso



L’unica proposta di riforma complessiva del sistema previdenziale è quella a firma Damiano che vorrebbe rendere possibile il prepensionamento a 62 anni d’età più 35 di contributi (con il lavoratore chiamato ad affrontare delle penalizzazioni pecuniarie) o in alternativa a 41 anni di contributi a prescindere dall’età: la seconda soluzione sarebbe perfetta per la risoluzione del caso pensioni 2014 precoci e usuranti, ed anche la prima con una riduzione dell’età anagrafica potrebbe essere praticabile. Il problema sta nella valutazione dell’INPS che stima in 45 miliardi di euro il peso economico della manovra; recentemente è filtrata l’indiscrezione in base alla quale si starebbe pensando di inasprire le penalizzazioni previste dalla riforma Damiano proprio per ridurre la portata finanziaria del provvedimento, ma avrebbe davvero poco senso ‘mandare la gente in pensione’ prima dei termini costringendola poi ad assegni ridotti. E Voi che cosa ne pensate? Credete che questa ipotesi sia praticabile? Dateci il Vostro parere commentando l’articolo qui sotto!