Dopo il dietrofront del governo sulla questione dei 'quota 96', per la quale le prospettive non sono certo idilliache, anche per quanto riguarda il tanto sbandierato piano da 100-120 mila assunzioni per il prossimo anno, sembra che Matteo Renzi abbia deciso di frenare bruscamente.

Secondo gli ultimi 'rumors' che anticipano il contenuto delle linee guida della Scuola che verranno pubblicate domani (salvo ulteriori rinvii) sul sito passodopopasso.italia.it, il premier rinvierà il mega piano di immissioni in ruolo, decisione che non piacerà affatto ai precari che speravano in uno sblocco della situazione.

Verranno dunque ascoltati i consigli del Ministero del Tesoro che ha suggerito al presidente del Consiglio di andarci piano con i numeri eclatanti e di attenersi al programma di assunzioni che prevede la copertura dei posti vacanti in seguito ai pensionamenti, (ovvero il classico turn over) a cui forse si aggiungeranno i posti di ruolo disponibili che solitamente vengono dati a supplenze annuali.



Miur, riforma della scuola Renzi e immissioni in ruolo: 100.000 assunzioni, sì, ma in tre anni

Non certo una bella notizia, soprattutto se si considera che lo Stato italiano potrebbe essere a breve sanzionato dalla Corte di giustizia europea, proprio per uso eccessivo di contratti a tempo determinato, preferiti alle regolari immissioni in ruolo.

In pratica, si ritornerebbe ai numeri già precedentemente previsti dal governo Letta che aveva pianificato di immettere in ruolo circa 100 mila docenti in tre anni, cifre che, tra l'altro, non si discostano molto dall'ultimo contingente 'reclutato'.

Tra l'altro, a questo proposito, il governo Letta preparò persino un accordo da proporre ai sindacati per assicurare la completa invarianza economica in merito alle nuove assunzioni: parliamo, in particolare, del prolungamento del servizio atto a maturare il passaggio al secondo scatto stipendiale.

Per i nuovi immessi in ruolo la prima posizione stipendiale avrebbe avuto come durata 0-11 anni di servizio mentre la seconda sarebbe stata di durata 12-14.

L'aumento in busta paga, semmai, arriverà con l'ormai celebre discorso legato alla 'carriera' dei docenti e alla 'premialità', ma, a quanto sembra, questo punto dovrebbe essere trattato in specifico a partire dal 2015, quando sarà terminata la fase di 'coinvolgimento', così come l'ha chiamata Matteo Renzi.