Dopo tanto parlare di tutti i dettagli del progetto La Buona scuola di Renzi e del Miur e dell'effetto che questo potrebbe avere sul mondo dei precari, abbiamo pensato di intervistare uno di loro: F. F., docente precaria. L'insegnante ha risposto a 5 brevi domande, parlandoci anche dei PAS, a cui le ha partecipato. Vi rispecchierete nelle sue risposte?

Miur e La Buona Scuola per i precari: l'intervista

  1. Qual'è la sua opinione in breve sul progetto La Buona Scuola?

Si tratta di un progetto che mira solo ad evitare la sanzione della Commissione Europea per la mancata assunzione dei precari, ma che non guarda elle effettive esigenze occupazionali della scuola perché nella Buona Scuola si parla solo di 150,000 docenti inseriti nella cosiddetta prima fascia.

Gli altri 400.000 circa inseriti nelle altre graduatorie, più quelli provenienti dal concorso, si lasciano fuori e questo non eviterà all'Italia la sanzione, né potrà sopperire alle carenze di organico che si registrano ovunque a causa anche di diverse rinunce di chi, tra i docenti di prima fascia, ha trovato nel frattempo un'alternativa.

  1. Dove pensa stia sbagliando Renzi?

L'errore consiste nel non voler vedere il problema reale preferendo intervenire sulla questione al momento marginale del merito dei docenti, limitando la visione in un contesto assolutamente parziale che non coinvolge assolutamente la continuità della didattica garantendo una adeguata collocazione delle risorse sul territorio, limitando la pratica dei trasferimenti di gente da altre regioni che finisce solo per intasare le graduatorie.

  1. Da docente precaria, quali provvedimenti ti aspetterebbe dal Governo?

Qui si fa presto a rispondere. La totale abolizione di un progetto completamente sbagliato e profondamente iniquo, che non crea stabilità ma produce 400.000 disoccupati in più.

  1. Sappiamo che ha svolto i PAS. La sua opinione sui corsi.

Inutili, perché per come sono concepiti rappresentano un'estensione degli studi universitari, non arricchiscono affatto il bagaglio di competenze professionali e sono svolti peraltro da professori che non sono pagati dall'Università per fare questo lavoro, per cui resta un grosso dubbio sulla loro disponibilità a trasferire i concetti ai corsisti.

  1. Lei rifarebbe i PAS, o pensa che sarebbe meglio abolirli?

Qui il discorso si fa troppo lungo in quanto ho in merito idee completamente opposte a corsi, specializzazioni e concorsi vari che per me dovrebbero essere sospesi a tempo indeterminato, almeno fin quando tutte la graduatorie saranno veramente esaurite.

Siete d'accordo con F. F., o la vostra idea è diametralmente opposta? Lasciateci un commento per un confronto e continuate a seguirci.