Sono state molto animate le ultime giornate che hanno caratterizzano il recente dibattito sulla riforma delle Pensioni 2014. Da un lato vi sono i propositi del Governo Renzi, volti alla ricerca di una soluzione che possa essere generale e che possa al contempo offrire le stesse salvaguardie all'intera platea di lavoratori disagiati, rimasti bloccati con la Riforma Fornero del 2011. Dall'altro lato vi sono i vincoli di bilancio e le esigenze di riprogrammare al risparmio la spesa per il welfare, vista l'entrata del Bel Paese in una nuova stagione recessiva.

Attorno alla dialettica appena esposta gravitano anche diverse parti della società civile, come i sindacati o i decisori dell'Inps, che negli ultimi giorni si sono espressi chiaramente circa le necessità di nuovi interventi volti a flessibilizzare l'accesso al welfare previdenziale. Facciamo insieme il punto della situazione.

Niente pensione anticipata per lavoratori disagiati, si salvano solo gli esodati. Precoci, usuranti, disagiati e Quota 96 rimandati a tempi migliori

Mettiamo subito in chiaro le cose: una vera e propria salvaguardia potrà arrivare nel breve termine solo per i circa 32000 lavoratori esodati. La sanatoria proposta dall'esecutivo è stata già approvata dalla Camera dei Deputati e risulta ora in discussione al Senato.

Resta invece tutto rimandato a data da destinarsi per gli altri lavoratori rimasti bloccati sul lavoro dalla Riforma Fornero. Si tratta di lavoratori precoci o di chi ha svolto lavori usuranti, ma anche dei Quota 96 della scuola che si sono visti elevare il requisito dell'età anagrafica e per questo motivo sono rimasti bloccati sul lavoro.

A evidenziare che la situazione necessiti di un intervento risolutivo è stato anche il Commissario Inps Vittorio Conti, che ha definito la situazione appena descritta come una questione aperta per la previdenza. Un suo suggerimento consiste nel prendere in considerazione la possibilità di eliminare del tutto il vincolo anagrafico, consentendo alle persone di effettuare una scelta soggettiva sul ritiro dal lavoro.

Secondo Conti, si potrebbe così ipotizzare un sistema che permetta di accedere all'Inps "senza date fisse. Piuttosto raggiunta una certa quota di contributi, si dovrebbe lasciare libertà ai lavoratori di decidere quando andare in pensione".

La Cisl si organizza per scendere in piazza, nuova manifestazione di protesta a ottobre

Nel frattempo sono intervenuti sulla questione anche i sindacati. Raffaele Bonanni annuncia per la Cisl una manifestazione di protesta, che avverrà il prossimo 18 ottobre e tratterà i temi del lavoro e della Riforma pensione 2014. La Cgil resta al momento possibilista verso una mobilitazione generale, secondo quanto affermato da Maurizio Landini: "penso che arrivare a uno sciopero generale sia un tema sul tappeto, che vada discusso".

E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con l'ipotesi di eliminare il requisito anagrafico per l'accesso all'Inps, oppure con l'idea di una mobilitazione generale per il tema della previdenza? Fateci sapere la vostra opinione con un commento all'articolo.