Proseguono e si moltiplicano le discussioni di natura politica e finanziaria sul delicato tema dei lavoratori disagiati e di tutti coloro che sono rimasti coinvolti negativamente dalla riforma Fornero del 2011. Si tratta di un'ampia platea composta da migliaia di persone, molte delle quali attendono una risposta da quasi tre anni. Si pensi ad esempio agli esodati, rimasti senza lavoro e senza possibilità di accedere alla pensione, salvaguardati con provvedimenti ad hoc, ma impossibilitati a pianificare gli anni della vecchiaia a causa del mancato pensionamento.
Non se la passano meglio i lavoratori precoci o chi ha svolto lavori usuranti, dato che nel 2011 si è visto alzare notevolmente l'asticella dell'età anagrafica, nonostante i contributi già versati. Per non parlare dei quota 96 della scuola, professori e lavoratori ATA che hanno già maturato il diritto al pensionamento, ma che ne sono rimasti esclusi per una svista di calcolo.
Svolta possibile con legge di stabilità, ma resta difficile accontentare l'intera platea
Secondo le ultime dichiarazioni del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, una svolta sarebbe possibile già a partire dalla prossima legge di stabilità, ma non potrà essere di natura universale, anche perché attualmente non è allo studio nessun intervento di riforma del sistema pensionistico da parte del Governo Renzi.
Poletti è intervenuto direttamente sulla questione, con un lungo commento: "dobbiamo trovare il modo per far sì che chi perde il lavoro e non può ritrovarlo, abbia almeno un reddito minimo per poter arrivare alla pensione […] Cercheremo di mettere dentro alla legge di stabilità uno strumento per le persone avanti nell'età del lavoro, che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione […] non c'è nessun progetto che riguardi le Pensioni da nessun punto di vista".
È chiaro che il Ministro ha in mente la questione degli esodati, ovvero di coloro che sono rimasti senza attività lavorativa e che al contempo non possono accedere al welfare pensionistico. Per tutti gli altri al momento mancano le risorse, vista anche la grave situazione di crisi e i sacrifici che si stanno chiedendo a tutte le parti sociali (si veda, ad esempio, il blocco degli stipendi nella PA).
Lo strumento dell'APA come soluzione per flessibilizzare il mercato del lavoro
Decisiva potrebbe risultare l'introduzione dell'APA, ovvero dell'assegno pensionistico anticipato. Si tratta di una misura che potrebbe andare incontro alle necessità degli esodati, permettendo di anticipare l'entrata dell'Inps già a partire da 35 anni di contribuzione e 62 anni di età. Le risorse potrebbero essere reperite grazie alla spending review, al taglio delle detrazioni per i privati e delle agevolazioni fiscali per le imprese. Se tale misura venisse inserita effettivamente nella prossima legge di stabilità 2015, significherebbe l'approvazione dello scivolo pensionistico già a partire dall'autunno. Un risultato non scontato visto il periodo di crisi economica e le grandi difficoltà che deve affrontare il nostro Paese per finanziare nuovi provvedimenti destinati al welfare.