Quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi sul fronte della scuola nessuno lo sa, ma sembra certo che molti dei lavoratori del settore sono sul piede di guerra. Dopo l'ennesimo rinvio a data da destinarsi del pacchetto scuola, di cui il Governo Renzi aveva tanto parlato, i lavoratori minacciano nuove forme plateali di protesta per l'autunno. Gli insegnanti potrebbero arrivare persino a coinvolgere gli studenti e a portarli in piazza al loro fianco. D'altra parte, il clima appariva già abbastanza rovente lo scorso 29 agosto, quando in piazza S.S.

Apostoli a Roma si sono riuniti un migliaio di lavoratori ATA e di insegnanti Quota 96 appartenenti all'istruzione pubblica.

La nuova alleanza tra Quota 96 e lavoratori precari per il rispetto dei diritti dei lavoratori

Se un risultato è stato raggiunto finora dal temporeggiamento del Governo sul fronte scuola, questo è rappresentato dall'inedita unione tra precari della scuola e personale Quota 96. I primi aspettano ormai da anni l'assunzione definitiva, supportati anche dall'intervento a loro favore giunto dalla sede UE (che potrebbe comminare una multa salata al Paese per la situazione che si protrae da troppo tempo). I quota 96 sono invece lavoratori ATA e docenti classe 1051/52, con 35 anni di contributi e 61 anni di età anagrafica oppure con 36 anni di contributi e 60 anni di età, che hanno già maturato i requisiti al pensionamento nel 2011.

Con l'avvento nello stesso anno della riforma Fornero, si sono visti alienati dal diritto alla pensione, trovandosi bloccati all'interno della scuola in alcuni casi fino al 2018. Entrambi sono legati gli uni agli altri da un meccanismo quasi perverso, perché i pensionandi costretti a mantenersi attivi nel lavoro bloccano di fatto il ricambio generazionale e non permettono ai precari di assumere il proprio ruolo a tempo indeterminato.

Situazione assurda, ma il Governo Renzi resta bloccato dalle coperture mentre si alimenta il rischio di ricorsi alla Corte Costituzionale

La situazione paradossale che si è venuta a creare è quella tipica dell'immobilismo italiano, perché mentre il Governo non riesce a trovare le risorse economiche per risolvere la situazione, migliaia di persone subiscono il mancato rispetto dei propri diritti.

È chiaro che questo scenario crea irritazione e indignazione nei lavoratori, tanto che il Magistrato Ferdinando Imposimato (intervenendo alla manifestazione dei Quota 96 del 29 agosto) ha parlato di legittimo sospetto su fatto "che sia stato fatto apposta per risparmiare". Sempre dalle parole del Magistrato si comprende che le strade possibili a questo punto restano quella di un ricorso alla Corte Costituzionale, oppure quella di un intervento riparatorio da parte dei decisori politici: "il legislatore ha il compito di correggerlo" anche se "ci sono i presupposti per far intervenire la Corte Costituzionale".