A poche ore dalle novità presentate dal governo sulla riforma del lavoro, come c'era da aspettarsi, è duro scontro frontale tra il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e la Cgil. 

Il premier, però, non si limita a difendere soltanto le scelte dell'esecutivo ma passa decisamente al contrattacco usando gli stessi toni (gli urli) normalmente usati dalle forze sindacali. E' una vera e propria sfida quella di Renzi alla Cgil, lanciata attraverso un video messaggio in cui si accusa il sindacato di 'difendere le ideologie non i lavoratori'.

Il presidente del Consiglio si chiede dove fossero i sindacati in questi ultimi anni dove si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l’Italia, ovvero quella tra chi il lavoro ce l’ha e chi il lavoro non ce l’ha, tra chi ha un'occupazione a tempo indeterminato e chi è precario e soprattutto chi non riesce nemmeno ad immaginarsi un progetto di vita.

 Si è solo pensato a difendere le battaglie ideologiche, accusa il Presidente del Consiglio e non i problemi concreti della gente.



La leader della Cgil, Susanna Camusso, ha replicato a Matteo Renzi, affermando che il modello che il premier ha in mente un modello 'alla Thatcher': 'Dove eravamo noi? - urla la Camusso - 'contrastavamo quelle leggi che in questi ultimi quindici anni hanno costruito l’apartheid nel mercato del lavoro, che hanno destrutturato e svalorizzato il lavoro. Ecco dove eravamo. E quelle leggi non le abbiamo fatte noi'. La pesante replica della Camusso punta il dito proprio contro quei governi che, negli ultimi anni, hanno frantumato le speranze degli italiani di poter trovare un lavoro e mandato in disperazione chi il lavoro ce l'aveva e nel frattempo l'ha perso. 

Quello tra il governo e i sindacati sembra un botta e risposta che sa tanto di 'scaricabarile': intanto, però, tra le urla e le accuse, chi continua a soffrire è il popolo italiano, che continua ad essere schiacciato tra l'incudine e il martello, impotente di fronte alla crisi economica e del mercato del lavoro che non accenna a dare segni di risveglio.