Restano in attesa lavoratori, esodati, precoci e tutti coloro che si trovano in una situazione di disagio occupazionale, spesso a causa della fretta con cui si è dovuto implementare la Riforma Fornero del 2011. Stiamo parlando di una platea di migliaia di lavoratori, che in molti casi affrontano ormai da quasi tre anni situazioni ad elevato impatto peggiorativo sulla qualità della propria vita. Per cercare di fare il punto, dobbiamo anticipare un concetto. Con i cambiamenti avvenuti sul mondo del lavoro, sicurezza e welfare devono lasciare il posto a un nuovo concetto, quello di flexicurity (un mix di flessibilità e sicurezza).

Non è un caso che lo stesso Sergio Marchionne, parlando nelle scorse ore al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha affermato che in Italia il mercato del lavoro "è anomalo, non esiste in nessun altro Paese [..] è inutile innamorarsi del sistema tedesco e impossibile adottare il sistema anglosassone".

La soluzione è quindi rendere il welfare maggiormente flessibile, capace di adattarsi alle tante situazioni che possono capitare visto che "il posto fisso" e il "naturale inserimento nel sistema Inps al termine dell'occupazione" hanno subito un vero e proprio sconvolgimento.

Il commento dell'ex sottosegretario al welfare Alberto Brambilla

Urge pertanto trovare una soluzione previdenziale che possa ben adattarsi alle modifiche avvenute negli ultimi anni sul mercato italiano del lavoro.

A tal proposito, è intervenuto recentemente l'ex sottosegretario al welfare Alberto Brambilla, spiegando che esistono strade intermedie come quelle dell'assegno pensionistico anticipato (APA), utili a risolvere favorevolmente le criticità sperimentate da molti lavoratori italiani.

Si pensi, per citare alcuni potenziali destinatari, ai lavoratori precoci che hanno accumulato decine di anni di contribuzione e che restano bloccati a causa dell'innalzamento dei paletti anagrafici avvenuti nel 2011; oppure agli esodati, senza reddito da lavoro o da pensione, che tirano avanti di anno in anno con provvedimenti di salvaguardia a scadenza.

E non se la passano molto meglio nemmeno nel settore pubblico, basti prendere ai tanti lavoratori ATA e i docenti Quota 96, da tre anni bloccati nella scuola nonostante la maturazione formale del diritto al pensionamento.

Una soluzione italiana: la pensione anticipata e flessibile

Flessibilizzare l'uscita dal lavoro è anche uno degli obiettivi che si è posto il Governo Renzi, almeno a giudicare dalle numerose uscite al riguardo e alle dichiarazioni d'intenti portate avanti da numerosi membri dell'esecutivo.

Il problema contro cui si scontrano i buoni propositi è di natura finanziaria, visto che già alcuni provvedimenti (come quello destinato ai quota 96 della scuola) sono saltati in extremis a causa dell'intervento della Ragioneria dello Stato e dei tecnici; fatti che hanno scatenato più di qualche malumore tanto nel pubblico dei destinatari quanto all'interno dello stesso Governo.

Il Premier Renzi sembra orientato a mantenere il basso profilo sulla vicenda, perlomeno fino a quando non si avranno numeri certi in mano provenienti dalla spending review e in modo da non avviare campagne mediatiche di annunci destinati poi a scontrarsi contro le barriere dei conti pubblici. Prendendo quanto appena esposto come punto di riferimento, resta probabile che della vicenda si tornerà a parlare solo nell'autunno inoltrato.