La legge che riguarda la Riforma della Pubblica Amministrazione porta con sé diverse novità, tra cui quella riguardante l'età pensionabile per i dipendenti pubblici. Infatti, sembra rendersi ancora più evidente che molto raramente i dipendenti del pubblico impiego potranno accedere alla pensione di vecchiaia, che è fissata a 66 anni e 3 mesi, se i dipendenti hanno già raggiunto i parametri per la pensione anticipata che sono, in anni di lavoro, 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 12 mesi in meno per le donne.

Collocamento d'ufficio per chi ha i parametri per la pensione anticipata

Escludendo avvocati, procuratori di stato e professori universitari, la cui età pensionabile è pari a 70 anni e per i quali non è mai prevista la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, per tutti coloro che hanno raggiunto quindi i parametri per la pensione anticipata si procederà a un collocamento d'ufficio: la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro dovrà essere giustificata dalla Pubblica Amministrazione con motivazioni di tipo organizzativo della struttura stessa.

In ogni caso, anche se a 62 anni non vi saranno tutti i presupposti per la pensione anticipata, comunque a 65 anni la Pubblica Amministrazione dovrà mettere in quiescenza forzosa tutti i lavoratori che hanno raggiunto tutti i parametri previsti per andare in pensione.

In ultima analisi, si potrà superare il limite ordinamentale, solo nel caso in cui neanche a 65 anni di età si siano superati i parametri per la pensione anticipata.

Abolito il sistema del trattenimento in servizio oltre il limite d'età

Il Decreto Legge, quindi, abolisce il sistema del trattenimento in servizio in vigore nelle Pubbliche Amministrazioni oltre il limite d'età, ivi comprese la revoca del trattenimento che ancora non si era verificato.

Resta ancora in ballo invece la possibilità di un turno part-time a cinque anni dall'età pensionabile, già proposto dal Ministro Madia, e avere di conseguenza un salario ridotto del 50%, cosa che favorirebbe il ricambio generazionale, pur consentendo di mantenere la garanzia di contributi versati regolarmente per intero. Un'idea che a livello regionale, in particolare nella Regione Lazio, è già partita, seppure solo in via sperimentale, e che, se attuata a livello nazionale, si tradurrebbe per lo Stato in un grosso risparmio e per i giovani nella possibilità di entrare nel mondo del lavoro.