Resta la delusione per le migliaia di insegnanti e lavoratori pubblici Quota 96, che si attendevano un'iniziativa di discontinuità rispetto al passato nella legge di stabilità 2015. Le premesse non erano confortanti, ma alcuni hanno valutato che delle possibilità potevano esserci, visto che la platea dal 2011 si dovrebbe essere già ristretta di almeno un migliaio di unità. Ma prima di tutto, informiamo i lettori che non sono ancora aggiornati sulla questione: i lavoratori ATA e gli insegnanti quota 96 sono un gruppo di dipendenti pubblici dell'istruzione che nel 2011 avevano già maturato il diritto al pensionamento con alcuni specifici requisiti formali: 35 anni di contribuzione e 61 anni di età, oppure 36 anni di contribuzione e 60 anni di età.

Purtroppo a causa di una svista nella legge n. 214 del 22 dicembre 2011 si sono visti eliminare in modo retroattivo il diritto ad accedere all'Inps con i criteri appena esposti, un cambiamento di paradigma che per alcuni è costato fino a 7 anni di ulteriore permanenza sul lavoro rispetto a quanto sarebbe stato giusto con il diritto già maturato.

Il Ministro del lavoro Poletti: nessun intervento e cambiamento sull'attuale riforma delle Pensioni

Che tirasse una cattiva aria lo si era già capito ad inizio settimana, quando il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva infine chiarito che non ci sarebbe stato alcun intervento o cambiamento sull'attuale riforma delle pensioni; e questo nonostante diversi inviti parlamentari (come ad esempio quello di Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera) a trovare una soluzione definitiva per i tanti lavoratori rimasti disagiati nel 2011, tra cui vi sono ovviamente quelli della Scuola.

D'altra parte, anche il Ministro dell'istruzione Stefania Giannini, durante un'intervista su Repubblica Tv, era stata chiara, spiegando che i quota 96 potevano trovare una soluzione ne #labuonascuola passando ad incarichi organizzativi, con compiti meno onerosi rispetto alla tenuta delle classi scolastiche. Il ragionamento di fondo fatto dal Ministro è che "non si tratta di esodati appesi al filo della disperazione"; pertanto la linea governativa è che il pensionamento debba avvenire secondo gli attuali criteri, oppure con le deroghe già previste (come quelle che si sono rese disponibili attraverso l'applicazione della legge104).

La protesta dei professori: ingiusto e inadeguato restare sul lavoro in età così avanzata

Ma la delusione dei professori e dei lavoratori ATA si può leggere facilmente nei commenti rilasciati su internet o in calce ad articoli come quello attuale; sulla rete si parla di trattamento ingiusto e inadeguato a garantire standard qualitativi elevati per gli studenti.

Ecco quanto ha precedentemente affermato un lettore di Blasting news riguardo la vicenda: "non si scherza con la vita delle persone, specialmente se non parliamo poi di ragazzini ma di intere generazioni che hanno fatto scelte lavorative in una direzione piuttosto che in un'altra, abituata a farsi bastare lo stipendio per un mese in vista della meritata pensione". Se desiderate ricevere gli ultimi aggiornamenti sul mancato pensionamento dei quota 96, potete utilizzare il tasto "segui" disponibile in alto a destra.