Secondo quanto pubblicato dal noto quotidiano 'Corriere della Sera' sul numero di oggi, sabato 4 ottobre, in 16 Paesi dell'Unione Europea su 33 (quindi oltre la metà) la busta paga dei docenti sale, mentre in Italia, come ben sappiamo, il personale della Scuola sta aspettando dall'ormai lontano 2007 il rinnovo del contratto economico.

Nel nostro Paese, i salari degli insegnanti delle scuole pubbliche primarie e secondarie sono 'congelati', mentre, come abbiamo detto, sono aumentati in mezza Europa. Infatti, secondo i dati forniti dalla rete Eurydice (indagine condotta per conto della Commissione Europea) in circa la metà delle nazioni europee il potere d'acquisto dei docenti nel 2014 è risultato addirittura inferiore al 2009.
Si è registrata una diminuzione del 3% nei seguenti Paesi: Danimarca, Austria, Belgio, Finlandia, e, naturalmente, Italia per quanto riguarda la scuola secondaria superiore. Ancora peggio per gli insegnanti della scuola primaria e secondaria inferiore, visto che, in questo caso, si parla addirittura di una riduzione compresa tra il 5 e il 10 per cento (insieme a Romania, Regno Unito, Olanda e Portogallo). 
I risultati di questa relazione sono stati resi noti proprio alla vigilia della giornata mondiale degli insegnanti, prevista per domani, domenica 5 ottobre.


Scuola, stipendi docenti in Italia e nell'UE: scatti più 'brevi' e maggiori differenze tra salari inizio-fine carriera

C'è un altro dato che salta agli occhi e che certamente farà discutere anche alla luce delle decisioni che il governo sta per deliberare proprio in tema di stipendi degli insegnanti: ebbene, gli scatti di anzianità dei nostri docenti, rispetto a quelli dei 'colleghi' europei, sono molto più lenti. Infatti in Paesi come la Finlandia, il Regno Unito, Malta o la Danimarca, gli scatti sono di entità modesta, questo è vero, ma molto più frequenti: questo sistema offre, pertanto, la possibilità di raggiungere il massimo livello della scala contributiva molto più in fretta rispetto agli insegnanti italiani.

Facendo un confronto, in Italia, la variazione di stipendio tra la busta paga percepita al momento dell'assunzione e quella a fine carriera non è molto rilevante (poco più del 50% ). Le cose vanno decisamente in maniera diversa in Olanda, dove gli insegnanti delle scuole superiori possono godere di aumenti di salario per scatti di anzianità che raggiungono una percentuale del 106%, per non parlare di Cipro o dell'Irlanda dove la differenza è abissale: 115 o 120 per cento dopo appena 22 anni di servizio.
Alla luce di questi dati, ci si chiede che cosa diventerà lo stipendio dei docenti italiani se il governo Renzi deciderà (come molto probabile) di eliminare gli attuali scatti di anzianità per introdurre gli scatti 'meritocratici' (dal 2019 e solo per due terzi dei docenti): la differenza rispetto alla media europea finirà inevitabilmente per rivelarsi un vero e proprio 'abisso'...