Tfr in busta paga. L'obiettivo del governo è quello di rilanciare i consumi e, pertanto, da poco più di un mese si sta discutendo della possibilità di liquidare il 50% del trattamento di fine rapporto (Tfr) direttamente in busta paga, mentre il restante 50% sarà liquidato al momento della cessazione del dipendente del rapporto di lavoro subordinato nel settore privato. Ad ogni modo, si potrà raggiungere l'accordo sulla suddetta misura soltanto se si creano le condizioni per garantire alle piccole e medie imprese, in particolar modo a quelle con un numero di dipendenti inferiore a 10 unità, di non vedersi sottratte liquidità.

Il Presidente del Consiglio è certo dell'operazione tanto discussa, tanto da aver stabilito che a partire dalla secondo semestre del 2015, e per i prossimi tre anni, i dipendenti con contratto di lavoro subordinato nel settore privato riceveranno il Tfr in busta paga. Tuttavia, non sarà corrisposto dal datare di lavoro e dalle aziende presso cui sono impiegati, bensì sarà loro pagato dalle banche. Il datore di lavoro, quindi, manterrà in azienda le somme già versate dai propri dipendenti a titolo di Tfr e, solo al momento della cessazione del rapporto di lavoro, dovrà restituirle alla banca che ha anticipato le relative somme.

In tal modo si vuole salvaguardare le aziende che non correranno il rischio di essere insolvibili per corrispondere ai dipendenti il tfr in busta paga; soprattutto se si considera che molti datori di lavoro e aziende non strutturate, quali possono essere quelle in fase di start up, che attraversano una crisi economico-finanziaria, in fase di espansione o pmi, ecc., sarebbero costretti a ricorrere alla sottoscrizione di prestiti per finanziare la misura pensata dal governo.

Per questo motivo, Renzi è in trattativa per raggiungere l'accordo con l'Abi, l'associazione bancaria italiana.

L'operazione "Tfr in busta paga" prevede tre possibilità per i lavoratori, i quali potranno scegliere di:

1. lasciare il tfr in azienda;

2. trasferire la liquidazione sui fondi pensione;

3. beneficiare della liquidazione del tfr direttamente nello stipendio o in un'unica soluzione oppure percepirla mensilmente.

In tutti i casi, sarebbe mantenuta la tassazione agevolata prevista attualmente, e cioè tra il 23% ed il 26%. Bisogna, inoltre, precisare che l'anticipazione della liquidazione del Tfr non sarà automatica ed obbligatoria, ma costituirà una libera scelta dei lavoratori, i quali potranno decidere se accettare l'anticipo del 50% del Tfr, aderendo a questa iniziativa che - si ricorda - sarà prevista solo per un periodo limitato, proprio al fine di incentivare i consumi e rilanciare l'economia del Paese.

La restante parte del Tfr verrà poi liquidato, per chi accetta ora la prima metà, con la risoluzione del rapporto di lavoro.

Il testo definitivo dovrebbe essere contenuto nella Legge di stabilità entro le prossime settimane. L'Abi è pronta ad analizzare il testo non appena sarà reso pubblico. Infine, le novità previste dal 2015 non riguardano solo l'anticipo del 50% della liquidazione del trattamento di fine rapporto (tfr), ma significanti novità si avranno anche in tema di pensione anticipata.