L'auspicata riforma della legge Fornero del dicembre 2011 del governo Monti, con molta probabilità non ci sarà, nonostante sia invocata e richiesta da più parti. Si aspetta, forse, che sia il referendum, che sarà promosso a seguito dell'accettazione delle firme da parte della Cassazione,ad abrogare le norme restrittive in essa contenute?

Le contestatissime regole previdenziali in essa contenute, circa i requisiti contributivi,si fanno sempre più severe mano mano che passano gli anni. Per le lavoratrici del settore privato, ad esempio, una delle norme che ha rivoluzionato il sistema pensionistico vigente al momento della riforma Fornero e che ha portato a proteste che ancora non si placano, è l'unificazione anagrafica dei ritiri dal lavoro tra uomini e donne, da realizzarsi con il2018.

Dobbiamo prendere atto, però, che il dibattito sulla riforma Pensioni e le eventuali modifiche da attuare per far si che l'attuale sistema previdenziale sia più flessibile e sostenibile, è sempre vivo e stringente, tanto da tenere sulla graticola milioni di lavoratrici e lavoratori, più o meno prossimi alla pensione.

Perchè circola un clima di pessimismo attorno alle proposte di cambiamento? Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Innanzitutto guardiamo le proposte che sembravano avere la meglio sulle altre.

  • Le possibilità di approvazione di meccanismi di uscita anticipata, come proposto dal Commissario Inps Tiziano Treu, con la formula del prestito pensionistico, o la proposta della Quota 100 per tutti, indicata da Cesare Damiano, o dell'eliminazione delle penalizzazioni per lavoratori usuranti che vogliono andare in pensione prima dei 62 anni, o la riesumata proposta per mandare in pensione i quota 96 della scuola, sembrano tramontare, davanti alla resistenza del Ministro Padoan.

  • Anima il dibattito anche il problema di una probabile rivalutazione negativa delle pensioni, legate all'andamento del Pil, sempre in più preoccupante crisi. E molte sono le voci di colore che ritengono sia giusto intervenire per correggere il meccanismo di calcolo per non penalizzare i pensionati.

  • Poi c'è la questione della revisione, come prevista nella Legge di Stabilità, della tassazione del Tfr in busta in paga, fortemente richiesta non solo dal Pd ma anche da altre forze politiche

  • Si riducono al lumicino anche le speranze dell'estensione del bonus di 80 euro anche per i pensionati.

    Nulla dunque, al momento, che sembra possa tranquillizzare chi invece si aspetta dal Governo misure atte a fronteggiare le situazioni di emergenza ma anche a rasserenare il clima politico e sociale incandescente.

A dire il vero il premier Matteo Renzi su questi temi ancora non si è pronunciato pubblicamente.

La data della discussione in parlamento della legge di stabilità si avvicina. Per quella data sul tavolo del premier ci saranno tutte le proposte, sarà quello il momento del suo pronunciamento? Tutti se lo augurano, tutti lo sperano. Renzi li deluderà?

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