Uno dei temi certamente rimasti irrisolti nella Legge di Stabilità è quello inerente l'opzione contributivo donne, le lavoratrici hanno ufficialmente dichiarato battaglia all'Inps attraverso il Comitato Opzione donne di Dianella Maroni e chiedono di poter usufruire della pensione anticipata ancora per tutto il 2015.

Opzione contributivo donne: il punto della situazione e la diatriba tra Legge 243/2004 e Inps

Facciamo il punto della situazione ad oggi, con la cosiddetta opzione Donna ben 25.095 lavoratrici sono riuscite ad accedere alla pensione anticipata col calcolo contributivo.

Il regime sperimentale sancito dalla Legge 243/2004 garantiva, infatti, alle donne con 35 anni di contributi , di poter scegliere se accedere o meno alla pensione anticipata a 57 anni e 3 mesi se dipendenti e 58 anni e 3 mesi se autonome. Purtroppo, però, la successiva circolare Inps 35/2012 ha ridotto e di molto i termini di scadenza dando una diversa interpretazione alla legge Maroni 2004. La famigerata circolare Inps precisa che la data va intesa come termine ultimo entro cui deve considerarsi aperta la finestra mobile (12 mesi le dipendenti e 18 le autonome).

Ragione per cui i termini per raggiungere i requisiti sono scaduti ormai a maggio per le autonome e sono prossime alla scadenza per le dipendenti, poiché moltissime donne, nonostante l'assegno pensionistico più leggero, avrebbero voluto accedere alla pensione anticipata, queste si sono riunite nel Comitato Opzione donna per difendere il loro diritto alla pensione.

Pensione anticipata donne: perché conviene l'opzione contributivo?

L'opzione donna è una misura che nonostante la decurtazione pari a circa 25-30% sull'assegno pensionistico finale, viene considerata conveniente da molte lavoratrici, specie alla luce del fatto che, a breve, essendo già in atto l'unificazione con gli uomini, per poter raggiungere la pensione di vecchiaia occorreranno 66 anni e 3 mesi.

Uno scarto dunque, per le 6000 lavoratrici che rischiano di rimanere escluse dall'opzione donna, di ben 9 anni. La presidentessa del Comitato opzione donna ha proposto a Montecitorio una class Action collettiva se entro 90 giorni l'Inps non provvederà a cancellare la circolare incriminata.

Dianella Maroni fa, inoltre, presente che non esisterebbero nemmeno problemi di contabilizzazione e di fondi in quanto l'opzione donna porterebbe nel lungo periodo risparmi evidenti per lo Stato.

Ci si chiede dunque, alla luce anche dei conteggi oggettivi esposti dalla presidentessa, quali impedimenti porterebbero il Governo Renzi a non decidere per la proroga di questa misura, che potrebbe garantire anche vantaggi dal punto di vista sociale e lavorativo. Le donne avrebbero maggior tempo da dedicare alla cura dei propri famigliari, aspetto non secondario in uno Stato in cui il welfare è ancora fortemente ancorato all'ammortizzatore sociale "famiglia", e consentirebbe di liberare posti per le nuove generazioni. Arriveranno dunque a breve novità per quanto concerne la proroga dell'opzione donna o il Governo nonostante gli apparenti vantaggi glisserà sull'argomento rendendo vane le speranze di migliaia di donne? Vi terremo certamente informati sui futuri aggiornamenti e nel caso vogliate ricevere puntuali informazioni al riguardo cliccate sul tasto "Segui" in alto a destra.