Prosegue il dibattito su pensione anticipata 2015 e prepensionamento: a qualche settimana di distanza è ormai possibile evidenziare come il pronunciamento della Cassazione - che ha dato il proprio ok al referendum promosso dalla Lega Nord con l’intento di giungere all’abrogazione della Legge Fornero - abbia segnato una sorta di spartiacque contribuendo a creare un ‘prima’ e un ‘dopo’. Il si della Cassazione che ha certificato il raggiungimento delle 500mila firme ha dunque fatto cadere la presunta inviolabilità della Legge Fornero, criticata da molti, odiata da tanti ma secondo qualcuno necessaria e ineliminabile.

Un’eventuale abolizione della stessa Legge Fornero, al momento scenario comunque difficile da concretizzarsi, aprirebbe nuovi orizzonti in tema di pensione anticipata 2015 e prepensionamento, ma allo stato attuale la speranza è che il rinnovato dibattito di queste settimane possa servire al governo Renzi per scuotersi dal torpore degli ultimi mesi e per agire in modo deciso anche sul settore previdenziale. Ad essere a rischio sono i conti stessi dello Stato, dato che a bilancio, grazie alla Legge Fornero, sono stati contabilizzati circa 80 miliardi di euro sino al 2021. Le ipotesi di riforma di pensione anticipata 2015 e prepensionamento paiono a questo punto cristallizzate: uscita a 62 anni più 35 di contributi, Quota 100, Mini-Pensione, APA o prestito INPS, tutte misure attorno alle quali si potrà lavorare solo in presenza di una decisa volontà d’intervento.



Pensione anticipata 2015 e prepensionamento, abolizione Legge Fornero viatico decisivo per il cambiamento?

Come accennato in apertura, un’eventuale abolizione della Legge Fornero costituirebbe un viatico decisivo in vista di nuovi possibili interventi in tema di pensione anticipata 2015 e prepensionamento. Certo far si che l’abrogazione si concretizzi sarà impresa ardua, ma in un certo qual senso la Lega Nord ha già raggiunto un primo obiettivo: scuotere il governo Renzi e riaccendere un dibattito che altrimenti sarebbe rimasto ancora sopito. A fotografare al meglio la situazione l’atteggiamento differente delle varie confederazioni sindacali: la CGIL ha deciso di sposare in pieno il disegno della Lega Nord, laddove invece la CISL ha già fatto sapere come sarebbe ‘erroneo appiattarsi sul referendum’ promosso dal Carroccio. Urge dunque trovare un pull di soluzioni alternative o parallele che muovano nella direzione di una modifica della Legge Fornero: il leader dell’Idv Ignazio Messina si è addirittura spinto oltre arrivando a sollecitare la Camusso (leader CGIL) affinchè organizzi lei in prima istanza un referendum abrogativo in vista della cancellazione della stessa Legge Fornero.



Il dibattito sulla riforma dell’ex ministro potrebbe in definitiva accelerare i lavori in vista di un riassetto di pensione anticipata 2015 e prepensionamento: l’ipotesi più quotata rimane quella paventata dal Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che vorrebbe l’istituzione di una Quota 100 come soglia di accesso alla stessa pensione anticipata 2015. Sempre Damiano sponsorizza però da tempo anche un’altra proposta, quella di fissare l’uscita dal lavoro a 65 anni di età più 35 di contributi con l’aggiunta di una serie di incentivi e disincentivi bilanciati in modo tale da spingere i lavoratori a prolungare il proprio percorso professionale. Dare comunque la possibilità di scelta sarebbe già un grosso passo in avanti, passo in avanti che francamente non si vedrebbe nel caso si decidesse di puntare su Mini-Pensione, APA o prestito INPS. In tutti e tre i casi si tratterebbe di concedere un prestito a chiunque decida di abbandonare in anticipo il lavoro, denaro che andrebbe comunque restituito scontando delle decurtazioni sugli assegni previdenziali. Seguiremo i futuri sviluppi, se desiderate rimanere informati vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sotto il titolo del pezzo!