Tito Boeri è il nuovo presidente dell'Inps. La notizia è su tutti i quotidiani nazionali e media online, dal Corriere della Sera al sito A.G.I., passando per Rai News e La Repubblica. Il neo presidente dell'Inps si accinge ad affrontare quella che nelle sue parole definisce come una grande sfida, ringraziando il governo per la fiducia accordatagli, consapevole del grande lavoro che lo attende. Un annuncio a sorpresa, quasi un regalo di Natale per tutti i pensionati e le persone che attendono provvedimenti di salvaguardia rimasti ancora insoluti, esclusa la problematica della totalizzazione che ha già avuto una risposta concreta.

Succede a Tiziano Treu, Vittorio Conti e all'ultimo vero presidente Antonio Mastrapasqua.

Conoscenza della materia previdenziale

Chi lo conosce sa che è un "bocconiano" doc molto vicino al premier Renzi, nonché editorialista di Repubblica e direttore di la voce.info, con alle spalle una collaborazione come consulente del FMI (Fondo Monetario Internazionale) e della Commissione Europea. Tito Boeri ha studiato a lungo le problematiche previdenziali e ora potrà analizzare i dati dei suoi studi per applicarli nella pratica che lo attende al varco. Le ultime dichiarazioni risalenti alla scorsa estate, rilasciate a "Il Fatto Quotidiano", furono alquanto pungenti con le accuse di annunci generici fatti dall'esecutivo anziché occuparsi dell'unica cosa veramente importante.

La stoccata all'Inps

Troviamo sempre su Il Fatto Quotidiano una stoccata all'Inps nel corso di una intervista concessa poco prima del Cdm sul Jobs Act. Nello specifico ritiene che per gli ammortizzatori sociali siano troppo pochi i 2,2 miliardi che la legge di stabilità dedica a questo paragrafo. Ne occorrerebbero almeno il doppio senza considerare che, come ammette lo stesso Boeri, di aver tenuto fuori da questo conteggio i disoccupati di lunga durata.

I principali contributi di Boeri

E' stato ideatore e ispiratore del contratto a tutele crescenti inviso a quella minoranza del Pd che ha dato filo da torcere al premier. Intervenendo sul dibattito riguardante le Pensioni d'oro, ipotizzava un contributo di solidarietà con ciò che resta del calcolo fatto col contributivo.

Qualora la manovra divenisse esecutiva avrebbe certamente i requisiti di un contributo di equità sociale. Con la sua nomina a capo dell'ente previdenziale nazionale finisce l'era del commissariamento .