Si alzano le polemiche tra sindacati e Governo Renzi su quanto si sta decidendo in queste ore con l'approvazione della legge di stabilità 2015 in Senato. Il punto del contendere riguarda il tema della previdenza, con particolare riferimento al recente sistema delle pensioni private (chiamato anche secondo pilastro). Il problema ha preso consistenza con la decisione dell'esecutivo di aumentare l'imposizione fiscale su questo settore, in particolare passando:

  • dall'11,5% al 20% per quanto riguarda i fondi pensione integrativi;
  • dal 20% al 26% per quanto concerne le casse private dei professionisti iscritti agli albi.

È chiaro che la misura appare quantomeno dubbia, visto che l'Inps nei prossimi anni sarà protagonista di una flessione anche importante nell'importo degli assegni erogati. Il passaggio dal sistema retributivo a quello misto (e infine a quello contributivo), non riuscirà a garantire Pensioni sufficienti per tutti e in alcuni casi potrebbe produrre una riduzione di reddito anche del 40% rispetto all'ultimo stipendio percepito. Proprio per questo motivo negli scorsi anni era stato istituita la possibilità di costruire gradualmente una pensione integrativa, che potesse agire da supporto per la parte mancante di reddito tra l'ultimo stipendio percepito prima della quiescenza e quanto erogato dall'Inps.

Proietti della Uil chiede al Governo di non aumentare l'imposizione sulla previdenza privata

Stante la situazione, la presa di posizione del sindacato Uil nei confronti dell'esecutivo Renzi è risultata molto dura: "il Governo sui fondi pensione continua a menare il can per l'aia [...] se vuole fare una cosa seria deve lasciare all'11,5% l'aliquota dei tassazione dei rendimenti, evitando di introdurre ulteriori elementi di incertezza". Sono in molti a lamentare infatti grande incertezza sul comparto: gli iscritti alla previdenza integrativa siglano un patto di lungo periodo con il Governo, accettando di autofinanziare una parte della propria previdenza (sgravando il welfare pubblico) e ottenendo in cambio delle agevolazioni fiscali ed una bassa tassazione sull'investimento. Ma se queste regole dovessero continuare a cambiare (in peggio), potrebbe venire meno la fiducia necessaria per poter bloccare il proprio denaro su di un lasso di tempo così lungo. Come sempre, vi invitiamo a farci conoscere la vostra opinione sulla vicenda tramite la funzione commenti. Se invece preferite ricevere tutti gli ultimi aggiornamenti sulle novità nel campo della previdenza, potete utilizzare la comoda funzionalità "segui" che trovate in alto, sopra al titolo dell'articolo.