Quando nel 1999 fu legiferata, la legge 68 sembrò, ed in parte lo è stata, un passo concreto e deciso verso l'integrazione lavorativa delle fasce più deboli come, per l'appunto, i disabili. Il problema però riguarda la sicurezza e la Salute sul posto di lavoro, ex legge 626, oggi modificata con il decreto legge n.81. Se infatti l'Italia si è adeguata, almeno sulla carta, agli standard europei per ciò che concerne l'inserimento al lavoro, non si può dire lo stesso per quel che riguarda le norme che potrebbero permettere ai disabili di avere un trattamento adeguato , a livello di salute, Benessere, praticità ed uso degli strumenti lavorativi.
I primi tentativi fatti in tal senso risalgono al 1994, ma riguardavano soprattutto interventi per l'accesso ai servizi igienici ed alla precisa postazione lavorativa del lavoratore disabile. Con il decreto legge del 1994 difatti si faceva riferimento ai disabili in maniera generica, senza indicare nel concreto i singoli interventi da mettere in opera. L'unico obbligo per i datori di lavoro, non sempre messo in pratica nel nostro Paese, imponeva loro di strutturare il luogo di lavoro in maniera consona all'accesso del lavoratore disabile alle scale, alle docce, ai bagni ed alla postazione di lavoro.
Nessun accenno quindi all'adeguamento degli strumenti lavorativi alle capacità del singolo.
Anzi si assiste proprio, nel concreto, all'opposto. Con i lavoratori disabili che devono adeguarsi agli strumenti lavorativi presenti nell'azienda. La legge italiana ed anche quella europea parlano di adeguamento, in termini di migliore gestione delle ore di lavoro, di formazione, di strumenti tecnici per permettere di espletare il lavoro al meglio.
Il punto però è che lascia tutte queste norme da attuare alle aziende che per i più svariati motivi, uno su tutti la mancanza di un fondo comune a cui attingere per apportare modifiche strutturali, non provvedono. La speranza è che il Governo, o quelli che gli succederanno, garantiscano ai disabili, oltre all'avviamento al lavoro, anche le norme di sicurezza e di salute, sul lavoro, con interventi concreti..
E quindi che gli addetti alle categorie protette si occupino anche di questo, magari chiedendo all'azienda di creare un posto di lavoro adatto alla persona diversamente abile, o permetta un incontro pre assunzione per un confronto su queste tematiche tra il lavoratore stesso e l'azienda.