Grazie ad un ricorso promosso dalla Funzione pubblica della Cgil c'è stato un pronunciamento importantissimo da parte del Tar del Lazio con l'accoglimento e la fissazione di una prossima udienza prevista per il 29 di gennaio del prossimo anno. La materia trattata è il test di medicina che il Tar del Lazio boccia con un decreto cautelare che apre la strada ad una serie di trasferimenti per i medici. In sostanza questi test di medicina sono distorsivi delle graduatorie. Le prime avvisaglie che qualcosa fosse andato storto si sono avute quando il ministero aveva rivelato di aver trovato una anomalia nelle prove di fine ottobre.

Prima vittoria

Per gli avvocati della Cgil, Santi Delia e Michele Bonetti, la pronuncia del Tar riguardante le scuole mediche costituisce una prima vittoria. Gli stessi legali affermano che adesso il Miur dovrà rimediare emanando un provvedimento altrimenti aumenterà la platea di coloro che vorranno fare ricorso. Un mancato intervento rischierebbe, come evidenziato da una Adnkronos di questa mattina, di provocare l'annullamento dell'intero concorso. Il Tar ha sentenziato sul ricorso giudicandolo fondato in merito alla violazione dei decreti del ministero esistenti in proposito.

Il Bando contestato

Come è noto il pomo della discordia è stato scatenato dal bando firmato dal ministro Giannini lo scorso 8 agosto 2014 nel quale c'era scritto che ci si poteva iscrivere alla sede assegnata entro un massimo di 4 giorni.

In questo modo il candidato si vedeva decadere automaticamente da tutte le graduatorie scolastiche dove si era proposto.

Il Bug

Sul Corriere della Sera viene riportato come una anomalia tecnica falsasse il risultato. E' stata condotta una simulazione usando un software uguale a quello adoperato per i test. Nel momento in cui si spuntava una risposta tra le 4 disponibili, spostando il cursore inavvertitamente sulla destra, si andava a configurare una pagina in cui appariva una diversa risposta che sostituiva quella prescelta in prima battuta. Nel caso non ce ne si accorgeva si rischiava di andare a rispondere diversamente dal voluto falsando palesemente la prova.