Prosegue lo stato di fermento riferito a pensioni lavoratori precoci e previdenza: le ore in corso sono evidentemente caldissime per via dell'ormai prossimo responso della Corte Costituzionale, che nella giornata di oggi dovrebbe decidere se ammettere o meno il referendum pro abolizione della riforma Fornero 'sponsorizzato' dalla Lega Nord. La cancellazione della riforma dell'ex ministra avrebbe ripercussioni evidentemente enormi sul caso Pensioni lavoratori precoci e sull'intero sistema previdenziale, con la stessa Fornero ad essersi detto però sicura di come la Consulta non avallerà una pessima politica optando per un secco no.

In base alle ultime indiscrezioni che abbiamo raccolto sembrerebbe tuttavia che la Corte rinvierà il proprio giudizio per via di una precisa richiesta avanzata dalla Lega Nord: l'istanza del Carroccio si giustifica col fatto che il comitato promotore del referendum non ha ricevuto 'la comunicazione rituale prevista dall'articolo 33, comma 2, della legge 352/70', cosa che ha evidentemente impedito il deposito della difesa scritta 'di cui al comma 3 del medesimo articolo 33'. Tradotto, il comitato promotore del referendum pro abolizione della riforma Fornero non ha potuto consegnare il documento che espone nei dettagli i motivi dell'intera azione, da qui la richiesta di rinvio. A prescindere da cosa accadrà è comunque opportuno gettare uno sguardo al futuro: l'attuale dibattito appare acceso e fiorente, ma a spiccare è senz'altro la totale (e colpevole) assenza del ministro Poletti.



Pensioni lavoratori precoci, riforma Fornero e Quota 62: governo Renzi, Poletti scomparso dal dibattito, servono coesione e condivisione

Parlando del caso pensioni lavoratori precoci a prescindere dall'esito del pronunciamento della Consulta sulla riforma Fornero non si può non rimarcare l'ultimo intervento condotto da Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro, che è tornato a ribadire l'importanza di incrementare il livello di flessibilità in uscita. Damiano punta tutto sulla Quota 62 e dunque su un'uscita dall'impiego valida per tutti una volta raggiunti i 62 anni di età più un minimo di 35 anni di contributi. La misura potrebbe rivelarsi evidentemente decisiva sulla strada che conduce ad una risoluzione del caso pensioni lavoratori precoci, ma il punto sta nel peso economico di una simile manovra: in tempi non sospetti l'INPS ha parlato di oltre 40 miliardi di euro, una stima a prima vista parsa esagerata. A ben vedere l'esempio della Germania però, dove il governo ha ratificato una misura previdenziale simile a quella proposta da Damiano, verrebbe da riconsiderare i dati forniti dall'INPS: nel paese della Ruhr la manovra costerà svariati miliardi di euro l'anno con ciò andando a costituire una misura fuori portata per la nostra economia. Oltre alla Quota 62 Damiano continua ad insistere anche sulla Quota 100 - altra soluzione che potrebbe risultare molto utile in ottica pensioni lavoratori precoci - ma a sorprendere in questo momento è la latitanza del ministro Poletti, totalmente assorbito da altre questioni ritenute prioritarie. Francamente la sua elezione a ministro era stata accompagnata da ben altri entusiasmi: da un personaggio con una formazione politica 'rossa' ci si aspettava un calderone di misure e proposte appannaggio delle classi lavoratrici, e invece il responsabile del Welfare passerà alla storia come il ministro del lavoro sotto il quale è stato riformato l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, una delle conquiste più acclamate degli anni 70. Indagare le ragioni di questo tipo di atteggiamento è francamente complesso ma vorremmo stimolarvi a fare un tentativo: per quale motivo secondo il Vostro punto di vista il ministro stenta a proporre valide soluzioni nonostante i proclami di inizio insediamento? Quale sarà secondo Voi il parere della Consulta? Dateci un giudizio commentando il pezzo qui sotto! Se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.