È tempo di analizzare alcuni provvedimenti tra i più importanti inseriti all'interno del Jobs Act e di discutere le ultime questioni riguardanti la riforma pensioni Renzi per il 2015, ora che Tito Boeri è a capo della governance dell'Inps. Da un lato, dunque, la necessità di analizzare come cambia la disciplina sui licenziamenti e dunque quali sono le possibilità reali di reintegro, dall'altro si analizzeranno le possibili proposte che potrebbero arrivare per quanto riguarda veri e propri tagli alle Pensioni, anche se non d'"oro".

Ecco gli aggiornamenti e le news al 02/01 sulla riforma del lavoro (Jobs Act) e sulla riforma pensioni Renzi per il 2015.

Riforma pensioni Renzi 2015, Jobs Act: come cambia la disciplina dei licenziamenti, le news al 02/01

Una delle materie più incandescenti per quanto riguarda la riforma del lavoro, il famoso Jobs Act, riguarda sicuramente la disciplina dei licenziamenti. Tale riforma entrerà in vigore entro la fine del mese di gennaio e i cambiamenti saranno veramente radicali e le trasformazioni si cominceranno a percepire soltanto con il tempo. La riforma prevede il reintegro del lavoratore licenziato in maniera "illegittima" soltanto in casi veramente residuali. Su questo tema, la CGIL, pur essendosi mossa con colpevole ritardo e avendo chiamato lo sciopero generale a dicembre dopo l'approvazione della legge delega di riforma del mercato del lavoro, promette battaglia anche nel mese di gennaio.

Ma quali sono i casi previsti dalla riforma del lavoro del governo Renzi? Partiamo dai "licenziamenti economici": chi è già assunto sarà soggetto alla disciplina precedente, chi verrà assunto a "tutele crescenti" potrà essere facilmente licenziabile in quanto basterà pagare un'indennità di 2 mesi di stipendio per ogni anno in cui si è lavorato presso l'azienda.

Per i "licenziamenti disciplinari", il reintegro sarà decisamente più complesso e resterà in vigore soltanto in accertata insussistenza del fatto contestato. Per i "licenziamenti discriminatori", il lavoratore sarà reintegrato ma l'azienda non dovrà pagare necessariamente gli arretrati se il lavoratore nel frattempo ha percepito altri redditi da lavoro.

Riforma pensioni Renzi, news 02/01: ecco qual è il taglio alle pensioni che potrebbe arrivare

La nomina di Tito Boeri a capo dell'Inps sembra una precisa strategia e rientra pienamente nelle discussioni intorno a una riforma pensioni Renzi 2015. Boeri è un'economista e nei mesi scorsi non ha mai fatto mancare le sue opinioni sulla materia previdenziale. Particolarmente interessante è ciò che scriveva su La Voce riguardo a possibili e necessari tagli alle pensioni: secondo l'economista, infatti, bisognerebbe adeguare tutti gli assegni che cumulano i benefici del sistema retributivo e del sistema contributivo soltanto a quest'ultimo. In poche parole, tutte le pensioni che superano i 2mila euro vanno tagliate per permettere il patto inter e intra generazionale di cui Boeri ha parlato e scritto a lungo.

Renzi dà l'idea, almeno in linea di principio, di volersi distaccare da questa impostazione, ma è chiaro che la mannaia dell'Inps potrebbe cadere ben presto e un assegno di 2mila euro difficilmente può essere considerato una "pensione d'oro".

È tutto con le news sulla riforma del lavoro e sulla riforma pensioni Renzi. Se siete interessati a ricevere aggiornamenti su questa materia, il nostro suggerimento è di cliccare sul tasto "Segui" posto poco in alto al di sopra del titolo dell'articolo.