Svelato il tredicesimo capitolo de #labuonascuola del Governo Renzi: la Scuola italiana dovrà affrontare il problema dell'integrazione e dell'istruzione degli alunni stranieri con la didattica interdisciplinare e multiculturale. E' questa la novità, dunque, che dovrà essere contenuta nel decreto che verrà approvato dal Governo a fine febbraio per dar seguito alla riforma scolastica: non più classi-ghetto, ma quote di stranieri distribuiti per ogni classe e docenti formati a tal proposito. Leggiamo nel dettaglio le novità svelate dal quotidiano "Il Messaggero" di oggi, 26 gennaio 2015.
Scuola italiana, mai più classi ghetto: proporzioni studenti italiani e stranieri per classe
Il piano predisposto dall'Esecutivo parte dai numeri: su 8,8 milioni di alunni presenti nelle scuole italiane, 850 mila sono alunni stranieri. Ma il dato più importante è che su 41.383 istituti scolastici del territorio italiano, 400 scuole hanno un numero di stranieri vicino al 50%: un percentuale troppo alta, tanto da far sospettare la formazione di classi ghetto come può avvenire nelle grandi città come Roma, Milano o Torino, ma anche in realtà più piccole, ma concentrate, come Prato.
Dunque, si dovrà favorire l'integrazione tra culture riservando, per ciascuna classe, posti a favore di studenti stranieri.
L'esempio di partenza parte da una classe di 28-30 alunni, con una quota variabile trai 4 ed i 6 posti bloccati per l'iscrizione di alunni non italiani. E' una quota non ancora stabilita, ma che dovrà essere approfondita sui numeri e sulla distribuzione degli studenti stranieri in Italia.
In ogni modo, varrà il principio secondo il quale bisognerà garantire agli alunni stranieri la possibilità di poter essere iscritti nelle classi in qualunque momento evitando, come succede spesso, che i bambini debbano attendere mesi prima di trovare loro una sistemazione.
Con la conseguente tendenza alla ghettizzazione come normale conseguenza di questi ritardi.
Integrazione a Scuola, i docenti dovranno essere formati
Ma buona parte della riforma relativa all'integrazione riguarderà la formazione dei docenti: nell'organico funzionale sarà prevista una percentuale di insegnanti in possesso di determinati certificazioni che attestino l'attitudine all'insegnamento della disciplina "Italiano per stranieri": saranno loro a dover colmare il divario linguistico degli alunni appena arrivati in Italia.
Dunque, una parte dei maestri e dei prof delle medie e superiori, da individuare in base alle assunzioni dei docenti precari, si occuperanno proprio di questo, anche attraverso laboratori estivi ed in rete. Alla formazione di questi docenti, precari e di ruolo, sarà riservata una quota del 10% dei fondi della Buona Scuola.