Via dalla Pubblica Amministrazione tutti coloro che hanno raggiunto i limiti per la pensione. Arriva dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia la circolare ministeriale con la quale si tenta di fare chiarezza nell'applicazione delle misure rientranti del decreto legge entrato in vigore nello scorso mese di agosto 2014, riguardanti, in particolare, i pensionamenti d'ufficio e i trattenimenti in servizio. Proprio per questi ultimi, ovvero per la possibilità concessa ai dipendenti statali di continuare a lavorare per ulteriori due anni nonostante il raggiungimento dei limiti per la pensione, la circolare ribadisce l'uscita dal mondo del lavoro la cui scadenza era già fissata per lo scorso 31 ottobre e, tuttora, disattesa.

Trattenimento in servizio e pensionamenti d'ufficio nella pubblica amministrazione: i requisiti per la pensione di uomini e donne

La circolare fissa in maniera perentoria il potere della pubblica amministrazione di utilizzare questo istituto "a pieno regime" per proseguire al pensionamento i dipendenti che abbiano raggiunto età e anzianità. Requisiti necessari che per gli uomini si conseguono con il compimento dei 62 anni di età e i 42,6 anni di anzianità, mentre per le donne 62 anni con 41,6 anni di anzianità.

Ma ci sono anche delle eccezioni: l'abolizione dei trattenimenti per la categoria dei magistrati scatterà solo a partire dall'anno 2016, mentre i professori universitari e i primari del settore sanitario possono essere messi in pensione d'ufficio non prima dei 68 anni.

Per i medici, invece, il limite è di 65 anni. Favorendo i pensionamenti d'ufficio il Governo Renzi punta al ringiovanimento del personale nella pubblica amministrazione e a appoggiare il ricambio generazionale, anche se i numeri parlano di un fenomeno piuttosto marginale: analizzando i dati del 2012, i trattenuti in servizio che avevano raggiunto l'età per andare in pensione erano mille e duecento, dei quali 660 magistrati. Tali numeri, assicura Marianna Madia, vanno rivisti al rialzo perché oltre all'età, va considerata ora anche l'anzianità contributiva.