Sale la tensione tra Governo Renzi e Cgil, dopo che il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha recentemente dichiarato che nessun intervento sul comparto previdenziale potrà essere attuato se non in seguito alla riforma del lavoro (comunemente conosciuta anche come Jobs Act). Il sindacato appare particolarmente critico contro l'atteggiamento generale assunto sulla vicenda negli ultimi tempi, visto che si è riconosciuto il problema e il conseguente rischio di tenuta sociale, ma si è preferito rimandare di settimana in settimana un intervento sulla questione.

Ricordiamo che nonostante le recenti salvaguardie restano ancora tanti i soggetti in stato di disagio lavorativo: dagli esclusi delle sanatorie per esodati e precoci ai quota 96 della scuola, fino ai disoccupati in età avanzata. Ma a soffrire del blocco del turn over sono anche i giovani, che non riescono a trovare lavoro perché è venuto a mancare il normale ricambio generazionale e ora scontano un livello di disoccupazione superiore al 40%. Per il sindacato resta essenziale "introdurre una maggiore flessibilità in uscita, soprattutto nei confronti di coloro che non hanno più lavoro, correggendo la rigidità fiscale, la certezza pensionistica [...] se non altro perché avvertiamo l'urgenza del tema se un ministro dice che rischiamo l'allarme sociale".

La Cgil chiede un nuovo intervento di flessibilità garantendo la pensione anticipata a 60 anni

Nelle scorse settimane la Cgil aveva proposto all'esecutivo di condividere la responsabilità di una profonda riforma della previdenza attraverso la creazione di una piattaforma unificata di discussione sui provvedimenti di flessibilizzazione dell'accesso alla pensione.

Tra le richieste del sindacato si chiede di ripristinare il pensionamento già a partire dai 60 anni di età, oppure in alternativa con 40 anni di versamenti indipendentemente dal requisito anagrafico. Si tratta di due parametri che sono ritenuti sufficienti per poter ottenere l'agognata quiescenza, ma anche per poter offrire la speranza di un lavoro alle giovani leve.

Molto critica è poi la posizione del sindacato sul meccanismo di allungamento della data di uscita dal lavoro secondo il cosiddetto adeguamento alla speranza di vita. Se però si prende in analisi l'agenda dell'esecutivo, si scopre che un intervento sulla questione non è pensabile se non a ridosso della prossima primavera, visto che il consiglio del Ministri del 20 febbraio si occuperà di lavoro e concorrenza.

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