Dopo l'approvazione della Legge di Stabilità da parte del Parlamento, avvenuta lo scorso dicembre, nella quale non sono state inserite rilevanti novità sulla riforma delle pensioni, è giunto il parere della Consulta che ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo proposto dalla Lega, guidata da Matteo Salvini, che mirava a cancellare la riforma Fornero, approvata nel 2011 durante il governo Monti.

Un eventuale parere positivo da parte della Corte Costituzionale avrebbe dato la possibilità, la prossima primavera, di far votare tutti i cittadini per il referendum in questione.

Un'opportunità per tornare alle vecchie regole pensionistiche ante-Fornero.

Ora si attendono, da parte del governo Renzi, i provvedimenti relativi alla riforma del sistema previdenziale, mentre si apre il dibattito tra quelli che sono favorevoli e quelli che sono contrari all'applicazione di sistemi di uscita flessibile per tutti i lavoratori. Le prospettive per una modifica dell'attuale legge in vigore sono positive dato che l'Unione Europea, negli ultimi giorni, ha mostrato una certa disponibilità alla discussione relativamente alla tematica trattata, oltre al fatto che la nomina di Tito Boeri dovrebbe aiutare a riformare sia la governance dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), che la legge pensionistica attuale.

Diverse sono le ipotesi di intervento allo studio: uscita dal lavoro al raggiungimento di Quota 100, data dalla somma tra età anagrafica e anni di contributi versati; sistema contributivo per tutti i lavoratori in sostituzione del più conveniente sistema retributivo; uscita anticipata al raggiungimento di 62 anni e 35 anni di contribuzione con delle penalizzazioni; prestito pensionistico, un importo mensile dato dallo Stato per i lavoratori prossimi alla pensione (2 o 3 anni prima del previsto) i quali dovranno riconsegnare la somma ricevuta al raggiungimento dei requisiti pensionistici, con piccole rate mensili. Si sta studiando anche la riforma della Pubblica Amministrazione che, tra le altre cose, potrebbe portare al prepensionamento dei dipendenti pubblici e, forse, privati, come potrebbe avvenire per i lavoratori, che sono in esubero, delle Province.


Si attende, intanto, l'incontro tra il ministro Poletti e i sindacati previsto per l'11 febbraio, per vedere quali sono le nuove proposte pensionistiche condivise tra tutti. Proprio all'indomani del no della Consulta si cerca di trovare un compromesso per trovare delle soluzioni accettate da tutte le parti, anche se le proposte pervenute dalle forze politiche e sindacali sono piuttosto diverse. Vedremo nelle prossime settimane su quali cambiamenti si concentrerà l'attenzione, con lo scopo di riformare l'attuale sistema pensionistico.