Prosegue senza sosta il dibattito riferito a riforma pensioni 2015 e previdenza: come già sottolineato nel corso di precedenti contributi dalle parti di Palazzo Madama si sono formate due fazioni contrapposte, con Poletti, Boeri e Damiano da una parte e Renzi e Padoan (con l'UE osservatore privilegiato) dall'altra, ma a squarciare un contesto che appariva abbastanza cristallizzato ci ha pensato nella giornata di ieri il ministro della PA Marianna Madia. Il numero 1 della Pubblica Amministrazione da una parte ha sottolineato come per i Quota 96 della Scuola non ci sarà alcun provvedimento ad hoc, dall'altra ha espresso delle perplessità circa la possibilità che il governo Renzi adotti della misure di pensionamento anticipato a favore di certe categorie lavorative.

A rientrare nell'alveo delle vertenze interessate dalle dichiarazioni della Madia (seppur indirettamente) anche le lavoratrici in attesa di novità sull'opzione donna, con le ultime notizie circa la tanto agognata proroga a risultare tutt'altro che positive. Per quanto concerne le possibili ipotesi di intervento, i sindacati paiono abbastanza allineati nel richiedere una riforma delle Pensioni 2015 che fissi per tutte le categorie l'uscita dal lavoro una volta raggiunta Quota 40 anni di contributi versati, un disegno che al momento però sconta delle evidenti problematiche di natura economica.

Riforma pensioni 2015 e opzione donna, class action INPS e Quota 40: Madia, Renzi e Boeri - Prosegue il lavoro del Comitato Opzione Donna

Parlando di riforma pensioni 2015 e previdenza non si può dunque non sottolineare l'esistenza di una serie di ruoli ben definiti, il tutto in attesa che inizi il dibattito vero e proprio riferito alla manovra che verrà: se da una parte il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha evidenziato su quali tipi di categorie ci si concentrerà inizialmente ('Lavoreremo su chi è vicino al pensionamento ma rischia di non maturare le condizioni stesse di adesione al pensionamento') con il neo presidente Inps Boeri sempre più convinto nel sostenere un taglio alle pensioni d'oro che colpisca gli assegni dai 3mila euro in su, dall'altra continua l'atteggiamento reticente del premier Renzi, che stenta ad occuparsi in prima persona della materia previdenziale. CGIL e UIL paiono unite nel sottolineare che la prossima riforma delle pensioni 2015 dovrà concedere l'uscita anticipata al raggiungimento della famosa Quota 40, ma se pensiamo che ad oggi per il pensionamento anticipato sono richiesti 42 anni e 6 mesi agli uomini e 41 anni e 6 mesi alle donne (requisiti che dal 2016 diverranno ancora più stringenti) ben si comprende come misure del genere necessiterebbero di risorse economiche più consistenti di quelle che all'Italia può (o vuole) spendere.



A riprova della 'difficoltà economica' in cui verso lo Stato lato previdenza la situazione relativa all'opzione donna, con il Comitato di categoria che prosegue con l'organizzazione della Class Action indirizzata contro l'INPS. I curatori della pagina Facebook del Comitato Opzione Donna hanno recentemente fatto sapere che l'azione partirà solo al raggiungimento di minimo 200 sostenitori evidenziando al contempo le tempistiche cui si andrà incontro: 'La tempistica è scandita dalla legge e precisamente dal D.Lgs. 198/2009. Se, come nel nostro caso, l'Amministrazione, non ha provveduto a porre in essere quanto scritto nella diffida, decorsi 90 giorni - si legge sulla pagina Fb - si può fare ricorso al TAR Lazio. I 90 giorni sono scaduti senza che l'INPS abbia assunto alcuna decisione'. Nonostante i tecnici dell'INPS di Boeri paiano al momento restii a concedere la proroga dell'opzione donna l'auspicio è che la vertenza possa essere risolta al più presto magari tramite una riforma delle pensioni 2015 ampia e ben strutturata. Seguiremo l'evolversi degli eventi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' poco sopra il titolo del pezzo.