In questi giorni si fa un gran parlare di pensione anticipata e soprattutto del 'tira e molla' tra lavoratori e Governo Renzi sulle misure più idonee da adottare; i primi propendono per la pensione Quota 100 di Damiano, l'esecutivo verso il Prestito Inps. Sebbene le speranze siano le ultime a morire, anche l'ottimismo dei lavoratori sulla possibilità che il Governo Renzi possa concedere la Quota 100, fortemente voluta dai più, è in discesa.

Rinaldo B., dice: "altro che quota 100 quota 96 etc son 3 anni che ne discutono e nulla è stato fatto non dimentichiamoci che la Fornero tutti l'hanno votata non illudetevi non faranno nulla".

Le ragioni sono molteplici e in primis di natura economica, ai vertici si è già più volte discusso delle proposte ancora al vaglio dell'esecutivo e quindi anche della Quota 100. Nei giorni scorsi in Aula sono stati bocciati l'opzione contributivo donne, l'emendamento Sel non è passato, è l'ipotesi di staffetta generazionale che non ha convinto. I dubbi si sono poi concentrati sulla proposta di Damiano, che parrebbe interessante, ma eccessivamente dispendiosa rispetto al Prestito Inps, che al momento resta, a conti fatti, la misura più probabile. Sul piatto del Governo vi è anche la richiesta di flessibilità di uscita anticipata a partire dai 62 anni d'età e 35 di contributi con penalizzazioni, ma anche questa seconda proposta di Damiano potrebbe non vedere la luce ed essere scartata per carenza di risorse finanziarie.

Quota 100: a rischio per carenze di risorse?

La decisione dell'esecutivo Renzi sarà, infatti, certamente assoggettata ad un vaglio dei costi: la soluzione di pensione Quota 100 può costare fino ai 12 miliardi, il prestito Inps circa 1 miliardo, mentre per la pensione flessibile sarebbero necessari, si stima, circa 9 miliardi.

Se ci si fermasse ai costi senza considerare i benefici per i lavoratori la scelta sarebbe ovvia ai più. Anche se molti lavoratori come Laila Z. non tollerano nemmeno più questa motivazione: "I fondi per vitalizi e Pensioni d'oro li trovano cavoli se li trovano! E noi? a morire di fame e lavorare fino alla tomba".

Ma in termini di benefici i lavoratori non hanno alcun dubbio: La pensione quota 100 sarebbe la soluzione più idonea perché maggiormente flessibile, consentirebbe infatti a quanti abbiano tra età anagrafica e contributiva raggiunto la soglia 100 di potersi ritirare dal lavoro senza incorrere in decurtazioni sull'assegno pensionistico.

Una misura che terrebbe conto, dunque, delle differenti storie di vita dei cittadini, che troppo spesso accusano il Governo di "fare di tutta l'erba un fascio", non considerando, ad esempio, come lavorare ad una scrivania a 67 anni sia ben diverso che lavorare in linea.

Carlo P. dice: "Questo governo e finalmente anche i sindacati è ora che si muovano e approvino la proposta più fattibile, ovvero quota 100, dando così anche sostegno alla occupazione giovanile, se la gente non va in pensione i posti di lavoro non si libereranno mai, altro che jobs act!!".

Il prestito pensionistico, invece, richiederebbe l'accessione di un prestito Inps da parte del lavoratore che trova ridicola l'idea di doversi autofinanziare per poter accedere alla pensione.

Chiudiamo con un pensiero che accomuna i più, quello di Anna C.: "Con il prestito INPS, quale sarebbe lo sforzo del governo? Mi presterebbero i miei soldi e dovrei anche essere contenta? Allora vado in banca, perché dovrei andare a ringraziare il governo per un intervento che non è un intervento".