Entrano in vigore i primi due decreti attuativi del Jobs act mentre il Pd continua a dividersi non solo sulla riforma del lavoro ma anche sulla riforma Pensioni. Sono ottimisti però il premier Matteo Renzi, secondo il quale con la legge delega sul lavoro nel 2015 ci saranno "più assunzioni e meno licenziamenti", e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. L'entrata in vigore del nuovo contratto a tutele crescenti, che le imprese possono già applicare per le nuove assunzioni beneficiando oltre che dell'eliminazione delle tutele previste dall'articolo 18 sui licenziamenti anche di sgravi fiscali previsti dalla Legge di Stabilità 2015 - rappresenta un "segnale molto preciso" per l'Unione Europea, ha spiegato ieri il ministro Poletti ai suoi omologhi del Consiglio Epsco (Occupazione e Affari sociali).

Jobs act, Poletti Consiglio Epsco: 'Mantenuti impegni presi'

"Avevamo preso l'impegno di produrre questo intervento sulla regolazione del mercato del lavoro e oggi - ha sottolineato l'esponente del Governo Renzi - possiamo dare ai nostri colleghi europei che la legge è in vigore". "Non stiamo a raccontarvi che faremo, ma - ha proseguito il ministro del Lavoro - che l'abbiamo fatto e siamo in grado di sostenere che gli impegni che prendiamo li manteniamo". L'Europa ha accolto il Jobs act in maniera "naturalmente molto positiva", ha detto Poletti parlando de giudizi espressi dalla Commissione Ue e dall'Ocse.

Riforma pensioni, confronto sulla legge Fornero nel Pd di Renzi

E mentre Renzi e Poletti esultano per l'attivazione del contratto a tutele crescenti e del nuovo sussidio di disoccupazione, la Naspi che partirà dal primo maggio 2015, la minoranza Pd, già molto critica nei confronti dei decreti attuativi del Jobs act che Pierluigi Bersani considera "incostituzionale", si spacca sulla riforma pensioni su cui l'esecutivo intende aprire il confronto con i sindacati.

Da un lato c'è chi pensa che si debba modificare subito la legge Fornero, abbassare l'età pensionabile che oggi si attesta sui 67 anni e introdurre nuovi criteri per l'uscita in anticipo dal lavoro verso il prepensionamento. Diverse le proposte per nuove forme di pensione anticipata presentate dal parlamentare della minoranza del Pd Cesare Damiano, mentre arriva alla vigilia dell'assemblea del Pd la nuova proposta del deputato dem Giampaolo Galli sul prestito pensionistico come quello già a suo tempo proposto dall'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

Di certo c'è che, così come chiede la minoranza del suo partito attraverso Damiano, il premier Renzi dovrà direttamente occuparsi della questione previdenziale e delle modifiche promesse alla legge Fornero. Saranno mantenuti gli impegni presi sulla riforma pensioni?