Il salario minimo è la prossima novità in arrivo, contenuta in uno dei prossimi decreti attuativi del Jobs Act. La notizia, anche se non confermata ufficialmente, viene data per certa da ambienti vicini al governo, secondo i quali rimarrebbe solo da definire la somma esatta che dovrebbe essere compresa tra i 6 e i 7 euro l'ora. Il salario minimo riguarda solo chi ha un lavoro, ed è i limite più basso, al di sotto del quale non si può scendere, quando si paga un lavoratore e non va confuso con il reddito minimo di cittadinanza, altro argomento ampiamente dibattuto negli ultimi tempi, che è la cifra che viene garantita a tutti per la sussistenza, a prescindere dalle prestazioni lavorative.

L'introduzione del salario minimo dovrebbe essere contenuta nel decreto attuativo del Jobs Act sulle politiche attive, dedicato alla riscrittura delle regole sul collocamento, e che sarà presentato in Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane. Con questo provvedimento, verrà stabilita la paga oraria minima per tutti quei lavoratori le cui prestazioni non sono regolamentate da un contratto collettivo nazionale di lavoro e ai titolari di un contratto di collaborazione, la cui figura dovrebbe comunque andare a scomparire con l'entrata a regime del Jobs Act.

La cifra dovrebbe essere al di sotto dei 7 euro l'ora, anche perché in questo modo il governo eviterebbe di "spiazzare" i voucher per le prestazioni occasionali, che valgono 7,5 euro, che è anche la paga minima stabilita per i lavoratori dei call center.

L'Italia è rimasto uno dei pochi Paesi a non prevedere il salario minimo e con la sua istituzione andrebbe a far compagnia agli altri 21 Stati dell'Unione Europea dove è già in vigore, dai 4,48 euro della Spagna ai 9,35 euro della Francia.

Salario minimo: i dubbi del sindacato

La misura in arrivo, incontra l'ostacolo del sindacato, che sospetta una manovra da parte di Renzi per marginalizzare la posizione delle associazioni dei lavoratori.

Le retribuzioni, infatti, sono un aspetto della contrattazione tra azienda e lavoratore nella quale il sindacato riveste un ruolo fondamentale. Determinando per legge il livello minimo di retribuzione, il sindacato perderebbe buona parte della sua funzione di rappresentanza dei lavoratori. Si preannuncia un dibattito alquanto serrato sull'argomento, anche perché, secondo quanto previsto dalla legge delega, il governo dovrà consultare i rappresentanti dei lavoratori prima di qualsiasi decisione. Intanto, il leader della Fiom, Landini, ha annunciato l'intenzione di chiedere un referendum per l'abolizione dell'intero Jobs Act.