Si discute ancora del famigerato capitolo della flessibilità in uscita dal mondo lavorativo. Dopo le varie proposte giunte sui tavoli del Governo che hanno incrementato ancora di più le aspettative dei lavoratori italiani, non si è riusciti ad arrivare ad una soluzione concreta. È questo l'obiettivo principale del Governo Renzi al fine di garantire a migliaia di lavoratori l'agognata pensione.
I costi da sostenere sono molto elevati e l'esecutivo è costretto a prendere tempo ma arrivano le parole rassicuranti dell'economista Tito Boeri da circa tre mesi alla presidenza dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale: "se ci si concentra su alcune fasce di età non costa molto", ricorda Boeri.
Infatti, come da egli stesso annunciato, una nuova proposta potrebbe arrivare entro l'estate al fine di tutelare la fascia dei lavoratori con età compresa tra i 55 e i 65 anni che hanno perso il lavoro e non hanno ancora raggiunto i requisiti necessari per il pensionamento.
L'intenzione del neo presidente dell'Inps consiste nel garantire ai lavoratori rimasti penalizzati dalla Riforma Fornero degli ammortizzatori sociali e una maggiore flessibilità in uscita pena una piccola penalità sull'assegno previdenziale. Per fare ciò, secondo Boeri, occorrerebbe sfruttare anche la Legge di Stabilità entrata in vigore il primo gennaio 2015. "Credo si possono trovare risorse importanti", ha ribadito lo stesso Boeri ricordando però, che a seguito di questa sperimentazione si potrebbe andare incontro a dei problemi con l'Europa.
Ancora in ballo, l'ipotesi dell'economista riguardante l'intervento sugli assegni pensionistici che superano un determinato importo. Con il reperimento di tale somma, infatti, si potrebbero ricavare risorse per finanziare la flessibilità. Non tarda ad arrivare la risposta del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Damiano: "è positivo il fatto che Poletti e Boeri stiano lavorando sulle Pensioni, anche noi lo stiamo facendo e abbiamo sollecitato il Governo a mettere in agenda l'argomento", ha dichiarato.