Riparte oggi, 17 marzo 2015, alle ore 14, l'esame del ddl per la pensione anticipata in commissione Lavoro pubblico e privato alla Camera dei Deputati che potrebbe rappresentare la "svolta" sulla riforma delle Pensioni. Il ddl, a prima firma di Cesare Damiano, presidente della stessa commissione e parlamentare della minoranza del Pd, è stato sottoscritto anche da più di cinquanta parlamentari. Presentato nell'aprile 2013, il ddl Damiano fu illustrato e discusso per alcune sedute fino a novembre, poi si arenò per diverse ragioni politiche e istituzionali.
Adesso riprende la discussione mentre è in corso un dibattito infuocato sulla riforma pensioni e sulle modifiche alla legge Fornero. Il ddl Damiano punta proprio a rimediare ai guasti provocati al sistema previdenziale dalla legge previdenziale del Governo Monti che per salvaguardare i conti pubblici innalzò l'età pensionabile e introdusse pesanti penalizzazioni sui prepensionamenti. Proprio ieri l'ex premier Mario Monti è tornato a difendere la sua manovra: "Senza la riforma Fornero l'Italia sarebbe come la Grecia". Intanto, l'esame del ddl per la pensione anticipata a Montecitorio potrebbe comportare non pochi problemi al Governo Renzi che, mentre continua a temporeggiare e a rinviare l'intervento sulle pensioni alla prossima legge di Stabilità, in commissione Lavoro potrebbe essere "battuto" sul testo o sulle nuove proposte che verranno fuori da altri gruppi parlamentari al momento della presentazione degli emendamenti.
Riforma pensioni, ecco i dettagli del ddl Damiano per la pensione anticipata a 62 anni
Ecco, nel dettaglio, cosa prevedono i quattro commi dell'unico articolo del ddl che prevede nuove norme per la libertà d'accesso al sistema previdenziale. Se il ddl Damiano dovesse essere approvato così com'è senza modifiche, uomini e donne che abbiano maturato un'anzianità contributiva di almeno 35 anni potranno accedere al pensionamento flessibile da 62 anni (requisito minimo) a 70 anni di età (requisito massimo), purché l'importo della pensione, in base ai rispettivi ordinamenti previdenziali di appartenenza dei lavoratori, sia almeno pari a 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale.
Per determinare l'importo della pensione si calcolerà per tutti i lavoratori l'importo massimo raggiungibile a requisiti pieni secondo gli ordinamenti previdenziali di appartenenza. Alla quota calcolata con il sistema retributivo si applicheranno poi le "penalità" con riduzioni (dall'8 al 2%) o le "premialità" maggiorazioni (dal 2 all'8%) in base all'età di pensionamento effettivo e agli anni di contributi versati.
I lavoratori sottoposti a lavori usuranti potranno comunque scegliere, se risultano per loro più favorevoli, le norme in vigore di accesso anticipato al pensionamento. L'adeguamento dei requisiti anagrafici e contributivi di accesso al sistema previdenziale agli incrementi della speranza di vita è determinato nella misura di tre mesi complessivi, in deroga alla normativa vigente. Con il ddl che oggi torna al vaglio della commissione si punta a "ripristinare certezza - ha spiegato Damiano - nella possibilità di età di pensionamento effettivo di milioni di lavoratrici e lavoratori, restituendo loro quella serenità perduta nel corso degli ultimi anni, caratterizzati - ha sottolineato il presidente della commissione Lavoro - da un completo stravolgimento del sistema previdenziale".