Giungono importanti novità in merito al caso opzione donna, una delle vertenze previdenziali che più hanno fatto parlare di se in riferimento al capitolo Pensioni 2015. Nella giornata di ieri l'avvocato Andrea Maestri ha infatti depositato al TAR il ricorso che certifica l'avvio della class action contro l'INPS, con ciò dando il là ad un iter che si concluderà entro la fine di settembre. Compiuto il primo passo (la notifica del ricorso ad Avvocatura dello Stato e Ministero del Lavoro) non restava che l'inoltro al TAR, atto che ha chiuso un cerchio consentendo ai membri del Comitato Opzione Donna di mettere un punto e di andare a capo.

Quelli in corso sono mesi molto delicati per ciascun componente del gruppo, con la stessa Dianella Maroni, leader del comitato, ad aver ricordato come molte delle lavoratrici aderenti si siano spese in prima persona per il bene di tutte. Sul versante istituzionale non arrivano invece buone notizie: il premier Renzi e il ministro Padoan hanno infatti evidenziato che il tesoretto rinvenuto a margine del DEF non verrà utilizzato per il comparto previdenziale.

Pensioni 2015 con opzione donna, ricorso class action notificato al TAR: l'INPS trema - Dal DEF nessun aiuto

Parlando di pensioni 2015 e opzione donna bisogna dunque rimarcare la presentazione dinnanzi al TAR del ricorso relativo alla class action contro l'INPS; l'avvocato Maestri ha già inviato ai membri del Comitato di categoria una foto del documento timbrato che certifica l'avvenuto deposito, con l'atto di riferimento ad essere il n. 4733 del 2015. Il prossimo passo è la fissazione dell'udienza che si terrà tra la metà di luglio e la fine di settembre, ovvero in un arco di tempo compreso tra i 90 e i 120 giorni dalla data di deposito che a questo punto decorre a partire da ieri. La palla passa dunque alla giustizia amministrativa, con il TAR che dovrà stabilire se l'INPS si è effettivamente arrogato una funzione che non gli è propria arrivando in sostanza a legiferare. Intervistato in esclusiva dal nostro giornale, l'avvocato Maestri ci ha confidato che non vede altri possibili esiti se non quello di una vittoria schiacciante. In fondo l'auspicio di tutti, in primis dei membri del Comitato Opzione Donna, ma anche del sottoscritto, che giorno dopo giorno ha assistito alla strenua lotta condotta da un gruppo di cittadini che non vuole arrendersi ai soprusi delle Istituzioni.



Restando sempre a pensioni 2015 e opzione donna paiono ridotte al lumicino le speranze di poter assistere ad un dirottamento verso il comparto previdenza del tesoretto da 1,5 mld ricavato a margine del DEF. Renzi e Padoan hanno già fatto sapere che è allo studio un 'piano poveri', un programma finalizzato all'introduzione di un bonus fiscale per gli incapienti che si attesterà tra i 20 e i 50 euro. La nuova misura dovrebbe entrare in vigore a partire da maggio, ragion per cui a breve sia il premier che il numero uno del MEF dovranno fornire dettagli più precisi. Pur salvaguardando le nobili finalità esternate da Palazzo Chigi, appare doverosa una precisazione: non è più possibile rimandare a data da destinarsi la soluzione di certe vertenze previdenziali. Forse è arrivato il momento di affrontarle anche con scelte coraggiose.