Continua a tenere banco la vertenza di opzione donna, una delle più delicate fra quelle catalogabili sotto il capitolo Pensioni 2015. Se da una parte prosegue l'iter connesso all'avvio della class action contro l'INPS dall'altra le migliaia di lavoratrici che hanno presentato richiesta di pensionamento allo stesso ente previdenziale rimangono in attesa di una risposta che tarda ad arrivare. Appare quanto meno imbarazzante lo status di standby nel quale ad oggi sembra bloccato l'INPS che a seguito del messaggio diffuso lo scorso 2 dicembre e successivo alla prima diffida presentata dal comitato opzione donna ad ottobre non ha ancora formalmente risposto alle richieste di uscita dall'impiego fatte pervenire dalle lavoratrici interessate.

Ricordiamo a tal proposito che l'ente del presidente Boeri ha preso tempo in attesa di una valutazione da parte del Ministero del Lavoro, altro dossier che tarda ad arrivare. Una lentezza assurda che ad oggi, ad aprile già abbondantemente inoltrato, non consente ancora alle interessate all'opzione donna di sapere se e in quali forme potranno fruire dell'istituto.

Pensioni 2015 con opzione donna, class action e pensionamenti flessibili: standby INPS fa riflettere, il sistema deve cambiare

Come accennato nell'attacco del pezzo la vertenza di opzione donna connessa alle pensioni 2015 continua a figurare nell'alveo delle vicende gettate nel dimenticatoio dal governo Renzi. L'ultima concreta novità la si è avuta qualche settimana fa quando la proroga di opzione donna è stata calendarizzata per il dibattito in Commissione Lavoro: il documento che attesta la cosa reca una data di inizio dei lavori, 25 marzo, ma non una di fine, con la diretta conseguenza che non è possibile compiere delle stime in merito alla conclusione del dibattimento. Nel frattempo sono giunte importanti rassicurazioni da parte di Renata Polverini e Maria Luisa Gnecchi, entrambi membri della Commissione Lavoro, ma come al solito alle parole non hanno fatto seguito delle azioni concrete. E mentre Matteo Salvini della Lega Nord continua a proporre l'ipotesi di erogare 1000 euro al mese a tutti i lavoratori per 14 mesi a prescindere dal reddito maturato durante l'attività lavorativa, arrivano delle interessanti considerazioni dal deputato Anna Giacobbe, esponente della minoranza Dem che lavora a stretto contatto con la Capogruppo Gnecchi.



La Giacobbe non ha espressamente parlato di opzione donna ma ha compiuto un discorso più generale connesso alle pensioni 2015 agganciate alla situazione della regione ligure presso la cui circoscrizione è stata eletta. 'I più anziani non hanno redditi più bassi della media degli altri pensionati, ma hanno sicuramente esigenze di cura e di assistenza molto significative: alla crescita della aspettativa di vita non corrisponde una analoga aspettativa di vita in salute' ha dichiarato la Giacobbe, suggerendo come la strada dei pensionamenti anticipati sia l'unica ad oggi percorribile per dotare il sistema previdenziale di una rinnovata 'sostenibilità sociale', da sempre messa in secondo piano rispetto a quella economica. L'opzione donna, un istituto già configurato che ha ampiamente dimostrato di funzionare (nel 2014 si è arrivati a quasi 10mila domande di accesso), farebbe dunque al caso del governo Renzi che potrebbe così alimentare il processo di flessibilizzazione dell'uscita dall'impiego senza dover studiare alcuna nuova misura ma semplicemente prorogandone una già in essere. Questo ragionamento non è però balenato nella mente del premier Renzi o di altri membri dell'Esecutivo: da lì la class action contro l'INPS il cui iter, stando a quanto dichiarato dall'avvocato Maestri, dovrebbe chiudersi entro settembre 2015.