Prosegue il momento di grande fermento riferito alla riforma della previdenza. Parlando di pensioni 2015 e opzione donna bisogna registrare l'ennesima presa di posizione da parte delle istituzioni, con il ministro Poletti ad aver totalmente ignorato la vertenza a margine della consueta question time tenuta ieri nelle aule del Senato. Interpellato dai senatori Ichino (PD), Paola Pelino (FI-PdL), Sara Paglini (M5S), Sacconi (NCD-UDC), Bencini (Misto), Barani (GAL) e Divina (LN) riguardo alle mosse che il governo presieduto da Renzi attuerà in ottica previdenza, il ministro ha sottolineato che si provvederà a modificare la Legge Fornero a margine della Legge di Stabilità.

In merito alle numerose vertenze previdenziali ancora aperte, il responsabile del Welfare ha individuato nel caso esodati una delle priorità che l'Esecutivo si è autoimposto di risolvere, una prospettiva condivisibile (si tratta di gente senza lavoro né pensione ormai da anni) che però non giustifica da sola la totale assenza di chiarimenti circa le altre vicende. Non solo opzione donna ma anche altre vertenze come quelle dei Quota 96 della Scuola e dei lavoratori precoci sono state ignorate, segno evidente di come il governo al momento non preveda significativi interventi. A tenere inoltre banco in queste ore è la proposta avanzata dal presidente INPS Tito Boeri, che oltre a chiedere l'introduzione di un assegno universale spinge con forza verso una manovra di taglio delle Pensioni al di sopra dei 2mila euro al mese.



Pensioni 2015 e opzione donna, Poletti ignora la vicenda: Boeri, ecco l'assegno universale - Class action e dibattito istituzionale, due vie distinte

Come sottolineato in apertura, il ministro Poletti ha affrontato il tema delle pensioni 2015 ma non quello connesso ad opzione donna, ancora una volta gettato nel dimenticatoio dalle Istituzioni. Al di là dell'atto di calendarizzazione del dibattimento voluto da Damiano e sostenuto da Polverini e Gnecchi (tutti membri della Commissione Lavoro presieduta dallo stesso Damiano) non si hanno a disposizione novità concrete, con la logica conseguenza che tutti i riflettori sono puntati sulla class action in preparazione contro l'INPS. Al riguardo è bene fare una precisazione che riteniamo opportuno esternare anche in considerazione dell'enorme mole di commenti che ci è giunta al riguardo: la vertenza di opzione donna viaggia su un doppio binario, da una parte l'iter giudiziale che si concluderà davanti al TAR, dall'altro il dibattito istituzionale che si focalizza sulla possibile concessione di una proroga dell'istituto. Il ricorso al TAR è figlio dell'illegittimo atteggiamento dell'INPS che si è arrogato il diritto di legiferare ed è per tanto mirato al rispetto della legge vigente: il dibattito istituzionale si focalizza invece sulla possibile proroga di un istituto, quello connesso ad opzione donna, che è comunque sperimentale e che per tanto prevedeva già a monte un termine temporale. I due percorsi paiono dunque distinti, con finalità e progettualità ben definite.



Esulando per un istante dal solo caso opzione donna ma restando sempre a pensioni 2015 e previdenza appare poi significativo il contributo offerto da Boeri, che propone la corresponsione di una sorta di assegno universale da erogare a vantaggio di chi fra i 55 e i 65 anni sia rimasto senza impiego nè pensione. La proposta abbraccia anagraficamente anche le lavoratrici interessate ad opzione donna ma appare ancora lontana da una concreta attuazione. Lo stesso Boeri continua ad essere bersaglio di plurime critiche per via della proposta di taglio delle pensioni al di sopra dei 2mila euro al mese. Il presidente INPS vorrebbe decurtarle per via delle sperequazioni create dal sistema di calcolo retributivo, motivazione ritenuta 'inammissibile' anche dallo stesso Damiano. Staremo a vedere.