La riforma Fornero del 2011, ha dettato dure norme che hanno cambiato radicalmente il sistema previdenziale italiano. Ha previsto inoltre, il pensionamento dopo il raggiungimento dei 63 anni di età. Una sorta di pensione anticipata, peccato che non tutti possono usufruirne. Infatti, possono accedere al pensionamento e quindi usufruire del trattamento pensionistico dopo la maturazione dei 63 anni di età, solo i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.

A questi lavoratori, inoltre, viene riconosciuta la possibilità di usufruire del trattamento previdenziale secondo le normative vigenti. Infatti, per accedere alla pensione anticipata, rispettando le attuali regole, dovranno essere in possesso di almeno 42 anni e 6 mesi di contribuzione effettiva, mentre per conseguire la pensione di vecchiaia occorrerà aver maturato i 65 anni di età anagrafica. Stando a quanto riferito da "Pensioni Oggi", con la regola dettata dalla precedente Riforma Fornero, un lavoratore che ha iniziato a lavorare nel 1996, potrà accedere al pensionamento e quindi beneficiare del trattamento previdenziale verso il 2031. Quindi, se si tratta di un lavoratore nato nel 1966, potrà ritirarsi dal lavoro all'età di 65 anni considerando anche l'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita.

Non per tutti.

Seppure la Riforma varata dall'ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero ha dato idea di anticipo di età pensionabile, la legge non vale per tutti i lavoratori. Infatti, la norma chiede che la rata pensionistica superi 2,8 volte l'assegno sociale, ovvero non deve essere inferiore di 1.250 euro. Tale requisito risulta indispensabile per accedere al pensionamento anticipato ma nello stesso tempo è irraggiungibile per coloro che hanno maturato solo 20 anni di contributi in tutta la loro carriera lavorativa. Sempre come riportato su "Pensioni Oggi", per coloro che hanno svolto mansioni dirigenziali e di elevata importanza, invece, basterebbero anche 30 o 35 anni di versamenti contributivi.