Ripristinare l'apertura della scuola e, dunque, rimandare l'inizio del nuovo anno scolastico, al 1° ottobre: gli studenti sicuramente sarebbero d'accordo, ma cosa ne pensano i professori? È questa la domanda che fa un ex Provveditore agli Studi di Bari, Giovanni Lacoppola, scrivendo una lettera al quotidiano "La Gazzetta del Mezzogiorno", pubblicata dal quotidiano in uscita ieri, 20 aprile 2015. Lacoppola comincia la sua lettera ricordando le parole di Clemente di Metternich, il quale definì l'Italia una "espressione geografica che, da Nord a Sud, sviluppa una serie di zone climatiche".

"E, considerando quindi proprio le diversità geografiche, come è possibile - si interroga e chiede Lacoppola - seguire ritmi di lavoro uguali?"

In epoca di Buona Scuola del Governo Renzi, imputato numero uno è allora il calendario scolastico: "Come può uno studente di Akragas, l'attuale Agrigento, andare a scuola con 38-40 gradi di temperatura nello stesso giorno in cui gli studenti di Augusta Praetoria, l'Aosta di oggi, entrano in classe con il cappotto?" Fino al termine degli anni '70, così come voluto dai ministri Gentile e Bottai, le scuole riaprivano dopo l'estate solo al 1° ottobre. In seguito, "forse perché l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e quindi per rendere più democratico l'inizio dell'anno scolastico a settembre", i ministri che si sono succeduti hanno anticipato la riapertura della scuola.

Ma riportare la riapertura delle scuola al 1° di ottobre avrebbe solo effetti benefici, secondo Lacoppola, anche per l'economia delle Regioni.

Riapertura delle scuole al 1° ottobre, tutti i vantaggi per i docenti e gli studenti

"Innanzitutto, le famiglie degli alunni delle scuole primarie - scrive l'ex Provveditore - non avrebbero più le doglianze dei bambini per il troppo caldo di settembre, sistemati in aule sovraffollate e prive di tapparelle e climatizzatori.

E gli enti locali potrebbero organizzare meglio le mense scolastiche, scongiurando così parecchi disagi alle famiglie stesse". Ma anche i professori ne beneficerebbero: avrebbero una ripresa del lavoro più leggera con più tempo a disposizione, rientrando in servizio già un mese prima, il 1° settembre, per disbrigare le normali pratiche amministrative legate all'inizio dell'anno scolastico.

E gli studenti potrebbero godere delle vacanze con le proprie famiglie, approfittando delle tariffe alberghiere più vantaggiose di settembre.

Infine, ne beneficerebbero anche i dipendenti degli ex Provveditorati che non dovrebbero più lavorare in modo continuativo anche nei mesi estivi rinunciando alle ferie maturate per poter terminare le operazioni di riapertura dell'anno scolastico.