Cgil, Cisl e Uil e i sindacati autonomi Gilda-Unams e Snals-Confsal hanno proclamato lo sciopero generale per la giornata del martedì 5 maggio 2015 contro la Buona Scuola del Governo Renzi. Si tratta del primo Sciopero Generale da sette anni a questa parte, anni in cui si è passati dalla riforma dell'allora ministro dell'Istruzione Gelmini al disegno di legge presentato un mese fa circa in Parlamento ed attualmente in discussione alla Commissione Cultura della Camera.
Stabilizzazione dei docenti precari, rinnovo dei contratti del personale Scuola, autonomia scolastica e timori per i superpoteri affidati ai dirigenti scolastici, veri e propri presidi-sceriffo sono le motivazioni principali che hanno indotto sabato scorso, 18 aprile, ad annunciare la mobilitazione proprio durante la manifestazione delle Rsu della Scuola, dal palco allestito a Piazza dei Santi Apostoli a Roma.
Leggiamo, dunque, come si svolgerà lo sciopero del 5 maggio e le motivazioni della protesta.
Sciopero Scuola 5 maggio 2015: come si svolgerà e i 3 motivi contro la Buona scuola Renzi
Saranno cinque le piazze principali della protesta dello sciopero del prossimo 5 maggio: Roma, Milano, Palermo, Cagliari e Bari. L'obiettivo dei manifestanti sarà quello di far saltare la prima prova degli Invalsi della scuola primaria, ovvero i test per valutare quanto gli alunni siano preparati e competenti. Ma il rifiuto della prova degli Invalsi per la primaria non sarà isolata: infatti, si cercherà di far saltare anche la prova del 12 maggio relativa agli Invalsi delle scuole superiori con proteste che si svilupperanno in ambito territoriale, secondo le direttive che saranno impartite dai sindacati nel proseguo della protesta.
Tre le motivazioni principali della protesta delle scuole italiane: in primo luogo la questione dell'assunzione dei docenti precari. La stabilizzazione promessa dal Governo Renzi per l'inizio del prossimo anno scolastico riguarda 100 mila docenti appartenenti alle Graduatorie ad esaurimento. Dalla stabilizzazione, dunque, rimarrebbero fuori decine di migliaia di precari: gli appartenenti alle Gae che insegnano alle materne, gli idonei, ma non vincitori, del concorso 2012 e gli appartenenti alla seconda fascia.
In secondo luogo, gli insegnanti sono contrari al superpotere che la riforma assegna ai presidi: i dirigenti scolastici, infatti, decideranno i precari da assumere dagli albi regionali e le premialità (gli scatti di merito) degli insegnanti stessi.
Infine si protesterà per il rinnovo del contratto di lavoro della scuola: i salari sono fermi da ben 7 anni, al pari degli altri dipendenti del pubblico impiego.