'Bisogna accelerare sull'introduzione dei pensionamenti flessibili': a dichiararlo è stato in una nota il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che parlando delle nuove possibili forme di pensione anticipata 2015 è tornato a ribadire la validità della cosiddetta Quota 97. La misura consentirebbe a tutti i lavoratori di abbandonare l'impiego una volta maturata la stessa Quota 97 nella somma tra età anagrafica e età contributiva, una misura che da un lato risponde a quei canoni di flessibilità di cui si va parlando negli ultimi tempi ma che dall'altro non soddisfa a pieno le esigenze di tutti i lavoratori.

E' il caso ad esempio delle vertenze Pensioni lavori usuranti e pensioni lavoratori precoci, per i quali l'acquisizione del diritto all'abbandono dell'impiego non può essere subordinata al raggiungimento di una certa soglia anagrafica. Nel primo caso perché bisogna effettuare gli opportuni distinguo tra mestieri e mestieri (un impiegato e un operaio non sono soggetti allo stesso 'tipo di usura' e vanno per tanto regolamentati con due trattamenti previdenziali distinti), nel secondo perché si tratta di gente che ha iniziato a lavorare molto presto. Sul fronte politico tiene infine banco l'intervento condotto dalla Fornero alla trasmissione tv DiMartedì condotta da Giovanni Floris su La7. La ministra ha difeso la propria riforma e argomentato la propria posizione su precoci ed esodati.



Ultime novità Pensioni lavori usuranti, precoci e pensione anticipata 2015: Quota 97 e Fornero, contributivo unica via per la sostenibilità del sistema

Partendo dalle ultime dichiarazioni rilasciate da Damiano appare quasi ridondante evidenziare come l'ex ministro punti tutto sul sistema a quote per giungere ad un riassetto totale e strutturale del sistema previdenziale. Il membro PD vuole una pensione anticipata 2015 che funzioni con la Quota 97 o in alternativa con la Quota 100, misure sulla carta efficaci che però avrebbero un impatto ridotto quasi a zero per i casi pensioni lavori usuranti e pensioni lavoratori precoci (anche il ministro Poletti si è detto d'accordo con l'idea di ripristinare il sistema a quote). La soluzione ideale per le due vertenze è rappresentata dalla Quota 41 che non prevedendo requisiti anagrafici lascia una più ampia libertà di movimento ai lavoratori stessi che potrebbero così decidere quando andare in pensione e a fronte di quali condizioni.



Come noto, la riforma Fornero ha introdotto il sistema di calcolo contributivo: tutte le categorie, non solo gli individui impiegati in lavori usuranti o i lavoratori precoci, dovranno sottostarvi, con la conseguenza che gli assegni previdenziali saranno costituiti dal solo ammontare dei contributi versati durante il percorso professionale. A motivare l'abbandono del sistema di calcolo retributivo è stato lo stesso ex ministro in diretta su La7: 'Il passaggio al contributivo era l'unico modo per rendere il sistema sostenibile, alla riforma possono essere applicati degli aggiustamenti, ma non c'è la volontà né lo spazio per una controriforma. Le riforme non nascono perfette, possono essere sempre migliorate' ha chiosato la Fornero in diretta tv. Ma quando Belpietro dallo studio ha fatto notare che c'è gente che ha potuto abbandonare l'impiego soltanto a quota 46 anni di contributi versati, l'ex ministra ci è andata giù pesante: 'Faccio notare che a distanza di tre anni e mezzo non esiste ancora un numero preciso su esodati o precoci. Questo è un problema nel tempo'. Floris ha tentato di incalzare in più di un'occasione l'ex responsabile del Welfare all'epoca del governo Monti ma lei, la Fornero, ha sempre mostrato uno sguardo di ghiaccio, quasi non si rendesse conto delle profonde crepe sociali apertesi nel paese a causa della riforma che reca il suo nome.