La riforma delle pensioni è nella top ten dell'agenda del governo Renzi. I lavori sono iniziati da tempo per trovare la soluzione più equa e giusta per risolvere il nodo delle Pensioni causato dalla legge Fornero, dichiarata incostituzionale dalla Corte, che prevede l'entrata in vigore dell'età pensionistica prima dei 66 anni d'età. Ma il problema non è solo la legge Fornero, perché l'età è destinata ad aumentare a partire dal primo gennaio del prossimo anno. L'aumento infatti riguarda i mesi: da 66 anni a 3 mesi si alzerà fino a 4 mesi in più, ossia a 7 mesi.

L'aumento è proporzionale rispetto ai parametri fissati dall'Istat sulle aspettative di vita e la longevità dei lavoratori italiani. Ma anche se i dati dei tecnici Istat registrano un lusinghiero aumento dell'età i pensionati italiani non ci stanno all'aumento. Diventa insopportabile infatti lavorare fino ad un'età avanzata, oltre i 65 anni. E anche un risibile aumento di 4 mesi rischia di provocare le proteste delle associazioni.

Riforma delle pensioni, la scala delle priorità

Ma oltre all'aumento dell'età pensionabile si aggiungono altri problemi. I lavoratori usuranti e precoci rischiano di naufragare nel disagio degli esodati e dei quota 96 degli insegnanti. Il Governo prevede di investire una massiccia dose di denaro pubblico per ripristinare il giusto equilibro, anche se ancora non si sa da dove attingere le risorse necessarie per avviare una manovra di riforma. Invero le risorse necessarie devono essere investite scegliendo una scala di priorità. In particolare hanno la precedenza gli esodati e i quota 96 della scuola, colpiti dalla scure della legge Fornero, mentre passeranno in secondo piano i quota 100 o chi vorrebbe optare per la soluzione della pensione anticipata.

Pensioni, i rischi della riforma e le risorse da trovare

A prima vista sembrerebbe una soluzione di accomodo: richiedere un anticipo sulla pensione stipulando un prestito pensionistico che verrebbe restituito con una decurtazione che potrebbe arrivare al 25%. Ma la soluzione non è facile da trovare ed è probabile che saranno messe in campo delle operazioni drastiche per recuperare il budget necessario. Quindi tagli all'orizzonte per andare incontro al difficile problema della riforma delle pensioni. Tra questi interventi la lista risulta lunga: ricalcolare il sistema contributivo con un sistema al ribasso, manipolazioni del welfare, tagli decisi dalla spending review, e ancora tagli su pensioni di invalidità e mini pensioni. Tutte manovre difficili da attuare che incontrerebbero la resistenza del tessuto sociale. Si attendono i primi giorni di Giugno, però, per poter leggere un primo disegno che regoli l'attuale sistema delle pensioni.

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